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Il vantaggio di essere in ritardo

Creato il 01 giugno 2012 da Gadilu
Il successo elettorale dei “grillini” in Italia e dei “Pirati” in Germania sta suscitando nei due Paesi un interessante dibattito. Al contrario, in Sudtirolo questi due fenomeni non sono ancora emersi con l’evidenza di un cambiamento profondo, e dunque potrebbe risultare interessante chiedersi a cosa sia dovuto un simile ritardo.Per trovare una risposta, occorre prima di tutto cercare un denominatore in grado di sintetizzare in cosa consista, al di là delle pur marcate differenze, il tratto comune dei due movimenti. Ciò costituirebbe la base necessaria per tentare una previsione sulle possibilità di successo locale di una proposta tutto sommato ancora poco chiara. Chiarezza magari non strettamente indispensabile finché abbiamo a che fare con una generica critica del “sistema”, al quale “grillini” e “Pirati” intendono opporsi in modo radicale, ma di sicuro rilievo se nuove condizioni favorissero l’evoluzione della protesta in termini d’inedito governo.A prima vista, il tratto comune dei movimenti in questione consiste nella saldatura della dimensione partecipativa con quella informatica. L’utilizzo di piattaforme sociali offerte o create appositamente dalla rete ha l’ambizione di animare una discussione permanente e orizzontale tra cittadini “interconnessi”, in base alla quale le scelte si orienterebbero poi di volta in volta secondo il principio della democrazia diretta a portata di mouse. È del tutto evidente che mancanza di orizzontalità e questione generazionale rappresentino il grumo più consistente di un problema che la pratica di ogni movimento intende sottoporre a un processo di salutare liquefazione. Ma a questo proposito paiono fondate anche le preoccupazioni di chi scorge in una messa a regime di una politica troppo “liquida” un serio rischio per l’individuazione di priorità non suscitate dall’onda emotiva necessaria a mobilitare reazioni frequenti. Avremmo insomma il rischio di un populismo dal basso, non meno pericoloso di quello che abbiamo conosciuto in tempi più recenti grazie al predominio della cosiddetta comunicazione di tipo broadcast.Torniamo al quesito iniziale: perché in Sudtirolo queste istanze sembrano delinearsi con maggiore lentezza? È forse sufficiente fornire una spiegazione alludendo alla tenuta delle tradizionali agenzie di formazione del consenso politico, qui ancora risparmiate dall’urto più violento dei cambiamenti altrove in atto? Una cosa è certa: l’apparente privilegio di vivere in un’isola ancora relativamente tranquilla non bloccherà le esigenze di ricambio che si sono ormai affacciate sulla scena pubblica. Spetta ai partiti riconoscere i propri errori per non lasciarsi travolgere.Corriere dell’Alto Adige, 1 giugno 2012

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