(Dai, continuiamo a guardare il mondo con occhi nuovi, nuovi, ancora un po' più nuovi. Restiamo qui, andiamo da un'altra parte. Restiamo uguali, cambiamo ancora. Questo è il lato opposto del vascello fantasma. Da un angolo di casa mia. E non per citare Jovanotti, ma la vita è così un bellissimo spreco di tempo... che mi va di raccontarvi questa piccola storia.)
Oggi passavo giù da queste parti in direzione -----> cose da fare (l'affitto, la spesa, etc.), tante utili cose per riprendere contatto con la mia realtà, la mia mente, senza il cellulare, per ritrovare, uhm, non lo so. Il rumore dei pensieri che servono per imbastire la fitta trama della vita. Silenzio: non rispondono. Ma torneranno, insomma ci spero, comunque, se mi stanno sentendo, li aspetto sempre qui.
Passavo sotto in questa strada che ormai conosco a memoria. Sul marciapiede di cui potrei dire ogni risvolto, ogni centimetro su cui ha picchiettato le zampe ogni cane del quartiere.
E succede che un vaso di fiori cade giù da un balcone. A un metro da me. Se sono qui a scriverlo è perché mi ha mancata, ma c'era un vento forte e ci ho sempre pensato nelle giornate di vento, che poteva cascarmi un vaso sulla testa, e alla fine è quasi successo.
Devo perciò a questa giornata e a questo vento una felicità acerba: che assomiglia alla fortuna, alle foglie che si muovono verdi, e siamo ancora tutti qui, in questo preciso momento, insieme, adulti ma simili a bambini sui banchi di scuola, semplicemente a leggere e a scrivere.