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Il mio voto
La mia recensione
Ho letto “Delirium”, primo volume della saga omonima scritta da Lauren Oliver, qualche mese fa e la storia, l’intreccio, i personaggi e il mondo distopico creato dall’autrice – dove l’amore è una malattia che deve essere curata – mi hanno semplicemente ammaliato e mi sono innamorata di questa saga. “Il veleno sulle labbra” è un racconto ambientato nel mondo di “Delirium” e narrato dal punto di vista di Hana, la migliore amica di Lena (protagonista della serie). È una chicca che gli amanti di questa saga non possono certo lasciarsi scappare, anche per capire meglio alcuni eventi che accadono nel primo libro. Hana è la ragazza bella e ricca, ribelle e vivace, coraggiosa e selvaggia, che vuole a tutti i costi scoprire la vita vera e libera dalle regole imposte dalla cura per il Delirium Amoris Nervosum. Ascolta musica illegale e partecipa a feste proibite, mette a rischio la sua amicizia con Lena pur di inseguire il suo sogno di libertà. Lei vuole sapere cos’è davvero l’amore, cosa si prova ad amare ed essere amati, e quando incontra Steve pensa di averlo capito, ma la realtà è diversa e quando l’illusione crollerà si porterà via tutte le sue speranze. Quello che credeva giusto è sbagliato, e quello che credeva sbagliato è giusto. Una volta compresa questa verità decide di tornare da Lena e raccontarle tutto: la sua infatuazione per quel ragazzo che, invece, voleva solamente divertirsi, la sensazione di ridicolo che l’attanaglia dopo aver capito di aver sbagliato, il pericolo scampato e la vergogna per aver pensato che la cura fosse un errore. Ma, quando finalmente decide di confidarsi, scopre che Lena ha trovato l’amore vero e che ora è troppo tardi per farle capire… Un groviglio di sentimenti ed emozioni si fa largo nel suo cuore: invidia, felicità, gelosia, incredulità, paura, stupore, amarezza. Come un veleno sulle sue labbra, queste emozioni la condurranno verso una scelta sbagliata e irrevocabile. La penna della Oliver è sempre la stessa lama affilata che avevo scoperto in “Delirium”, un compendio di emozione e oggettività che penetra nel cervello e lo riempie di parole che sono indelebili e vive. Le sue descrizioni sono talmente reali da sbalordire, ogni dettaglio è accuratamente tratteggiato e sembra proprio di essere lì, insieme ai drammatici personaggi di questa storia. La prosa è scorrevole e il racconto si legge in un soffio, forse avrei voluto qualche pagina in più, ma nonostante la brevità sono di nuovo riuscita ad immergermi completamente nella fredda realtà di un mondo privo di amore e ad entrare in sintonia con Hana. Mi è sempre piaciuto questo personaggio, spesso l’ho trovato anche più vivido di Lena, e credo sia una figura indispensabile in “Delirium” sia per creare una sorta di equilibrio emotivo che per far capire meglio Lena. Sì, Hana è un brillante espediente che la Oliver utilizza per approfondire il carattere schivo della protagonista; tramite la voglia di ribellione della sua migliore amica, infatti, è più facile vedere la personalità di Lena perché la differenza abissale tra le due permette di focalizzare meglio l’attenzione sulle loro mentalità opposte e, di conseguenza, sulla crescita della seconda. In queste pagine l’autrice continua a farci scoprire il divario tra le due ragazze, che nonostante tutto rimangono amiche, ma che alla fine saranno ugualmente divise dalla diversità di opinione e dalle scelte. È interessante vedere come la ribelle Hana, in seguito a una delusione, diventi docile e devota alle regole imposte dalla società, mentre Lena, insicura e timorosa, acquisti coraggio e determinazione e sia pronta a dire addio al suo passato per afferrare un futuro d’amore. Hana è una ragazza piena di timori e dubbi, insicura, che tenta di afferrare le occasioni che le vengono date e che, purtroppo, non ottiene ciò che desidera. Non si può fare a meno di affezionarsi a lei e di provare le stesse emozioni di fronte alla realtà che le viene offerta e da cui non ha scampo, di fronte alla sua solitudine incompresa. La gelosia nei confronti di Lena e della fortuna che le è capitata è forte e si sente benissimo, ma in fondo come darle torto? Lei ha cercato a lungo e senza risultati quello che l’amica ha trovato inaspettatamente e che non voleva, e risulta difficile e doloroso accettare l’impensabile. Questo personaggio è sicuramente sfaccettato, imprevedibile e triste e, mentre si legge, si avverte quasi il bisogno di andare lì e consolarla perché il suo sogno è andato in frantumi e si è rivelato un abbaglio. Lei ha avuto il coraggio di tentare di evadere dalla prigione del suo mondo, eppure i suoi sforzi sono stati vani e la ricompensa è andata a Lena. Insomma, io non ho potuto fare a meno di commuovermi di fronte alle debolezze e alle delusioni di Hana. “Il veleno sulle labbra” è un racconto ben scritto, emozionante e doloroso, e che approfondisce alcuni particolari essenziali per comprendere fino in fondo gli eventi che accadono in “Delirium” e per osservare più da vicino la personalità fragile e vulnerabile che Hana cela sotto i capelli biondi e gli occhi azzurri. Se avete amato il primo volume della saga dovete assolutamente leggerlo! Non ve ne pentirete!
Monia Iori
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