Il venditore di medicine di Antonio Morabito è un film che spaventa. Siamo sicuri che l’antibiotico che il nostro medico di fiducia ci prescrive sia il migliore per noi? O è solo quello che le case farmaceutiche gli dicono di “spingere” di più? Questa è una delle tante domande che il film ci pone.
Il venditore di medicine è un vero e proprio thriller, nero ma non noir, nel e sul mondo della sanità, tra informatori medici che si suicidano e posti di lavoro che saltano per “scarsa produttività”, pazienti che muoiono e pillole dalla dubbia utilità. Il tutto sullo sfondo di una controversa etica professionale ovattata dalla comune realtà da una colonna sonora metallica e rombante.
Pur trattando un tema di scottante attualità, Antonio Morabito riesce a schivare i toni da docu-film. Il venditore di medicine è sì un film d’inchiesta, con i toni del migliore servizio di Report di Rai 3, ma tiene ben presente la componente di fiction della storia, pur inscrivendola in una sequenza iniziale e una finale dal forte sapore giornalistico. Ma questa docu-cornice inquadra solo la vicenda, la colloca in una dimensione di profonda realtà, lasciando poi la storia al suo (de)corso naturale…
La regia si fonda su due costanti scelte tecniche: la macchina a spalla e il piano-sequenza. Due scelte che enfatizzano l’oppressione e l’angoscia crescente provata sia dal protagonista Bruno che da noi spettatori. La mdp sta col fiato sul collo di Bruno, proprio come fosse lo spettro delle alte sfere farmaceutiche che giorno e notte tormentano i propri informatori medici.
Claudio Santamaria prende su di sé tutto il peso di questo film, e lo fa egregiamente. Il sudore sulla fronte, lo smarrimento, la paura del successo o dell’insuccesso, lo scrupolo dell’azione eticamente corretta o scorretta. Tutti umori e pensieri che affannano Bruno e che Santamaria riesce a rendere in modo pregevole. Nei panni di un primario d’ospedale, convincente anche la prova di Marco Travaglio, che sul grande schermo conserva quell’aria saccente e da schiaffi che da anni ci propina nei suoi monologhi all’interno dei programmi di Michele Santoro.
Insomma, Il venditore di medicine è un film che in molti dovremmo vedere, senza controindicazioni, ma di cui è bene non sottovalutare gli effetti collaterali…
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