Nelsummit che si apre il 16 ottobre nella città ambrosiana, gli occhi sono puntati su Putin e sugli incontri tra il Presidente russo e i leader europei, sulla situazione ucraina e sulle principali sfide internazionali.
Mancano ormai pochi giorni all’apertura della decima edizione dell’Asia-Europe Meeting (ASEM), il forum biennale inaugurato nel 1996 con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione e il dialogo euro-asiatico, che sarà ospitato quest’anno dal Governo italiano nella città di Milano, il 16 e il 17 ottobre. Fin dalla sua creazione, l’ASEM ha visto progressivamente aumentare i suoi Paesi membri, ed oggi questa piattaforma di dialogo informale coinvolge 51 Stati partner, che presto diventeranno 53 con l’ingresso nel forum di Croazia e Kazakhstan. Gli Stati che sono parte di ASEM possono essere classificati in due gruppi. Il primo gruppo, “europeo”, chiamato anche “EU28 plus Norway and Switzerland” è quello di cui fanno parte i membri dell’UE più i due Paesi facenti parte dell’EFTA, cioè appunto Norvegia e Svizzera. Il secondo gruppo include tutti gli altri Paesi extraeuropei, definiti “Non-EU/EFTA ASEM countries”: Australia, Bangladesh, Brunei, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Giappone, Corea del Sud, Laos, Malesia, Mongolia, Birmania, Nuova Zelanda, Pakistan, Filippine, Federazione Russa, Singapore, Tailandia e Vietnam.
Presi insieme, tali Paesi rappresentano la metà del PIL mondiale, il 62.5% del totale mondiale della popolazione e circa il 60% del commercio globale. Alla luce di queste percentuali, nonché del volume e del valore strategico degli scambi politici, economici e commerciali tra le due parti del continente euro-asiatico, i leader che si riunirono alla sessione inaugurale del forum ASEM a Bangkok, nel 1996, compresero da subito la necessità di operare un avvicinamento e un rafforzamento dei legami strategici in vista delle nuove problematiche emerse con l’approssimarsi del XXI secolo.
In particolare, l’Unione Europea si è impegnata in questi anni ad aumentare progressivamente il proprio impegno in diverse regioni dell’Asia, incentivando ad esempio una cooperazione sempre più stretta con il gruppo dei Paesi ASEAN (Association of Southeast Asian Nations) per affrontare le principali sfide del continente attraverso una serie di strumenti diplomatici, politici, economici ed umanitari, nei quali rientra appunto l’Asia-Europe Meeting (ASEM). Esso costituisce una piattaforma di dialogo sui temi politici, economici, commerciali e di sicurezza fra i Capi di Stato, i ministri, i funzionari e le società civili dei Paesi che vi aderiscono.
Il summit 2014 a Milano affronterà argomenti ad ampio raggio: la cooperazione economico-finanziaria tra i due gruppi di Paesi, con particolare attenzione al potenziale del commercio, degli investimenti esteri e della promozione del lavoro; l’impegno a rispettare un sistema di scambi trasparente e basato sulle regole di organizzazioni internazionali come il WTO e il FMI; la sostenibilità dell’economia globale; la questione dell’aumento delle connessioni tra Europa ed Asia attraverso una rete di trasporti per lo scambio di beni, capitali, servizi e risorse umane su quella che viene chiamata la “nuova via della seta”; il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda sullo sviluppo sostenibile per il post-2015 e per la riduzione della povertà.
L’aspetto commerciale riveste un’importanza particolare, considerando che l’Unione Europea rappresenta uno dei maggiori partner commerciali di tutti i Paesi asiatici che partecipano all’ASEM. Nel 2013, i Paesi asiatici hanno pesato nel commercio europeo per una quota del 15,3% sulle importazioni nel Vecchio Continente (678 miliardi di euro) e per il 12,5% sulle esportazioni (573 miliardi di euro). La Cina è il primo soggetto verso cui sono rivolte le esportazioni europee dirette ai membri dell’ASEM “non-EU/EFTA” (precisamente il 27,1%), mentre il secondo è la Federazione Russa (22,8%). Seguono, con percentuali minori, Giappone (11%), Corea del Sud (7,7%) ed India (7,3%). La Cina e la Federazione Russa occupano le prime posizioni anche sul fronte delle importazioni europee dall’Oriente. In questo ambito la Cina domina con il 37,9%, seguita ancora dalla Russia che si attesta al 26,8%. Insieme, Mosca e Pechino hanno totalizzato più di due terzi delle importazioni europee dai paesi ASEM non-UE/EFTA nel 2012. Le importazioni dalla Russia sono inoltre cresciute dal 2011 al 2012, mentre sono diminuite quelle da Cina, India e Giappone1.
Un altro tema importante è quello della sicurezza, che sembra dominare la seconda parte di questa decima edizione del forum presieduta dal Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e preceduta da numerosi meeting preparatori che sono in corso in questi giorni, tra cui l’ottavo vertice ASEP (Asia-Europe Parliamentary Partnership), l’AEPF (Asia-Europe People’s Forum) e l’AEBF (Asia Europe Business Forum). Il vertice sarà incentrato infatti sulla ricerca di una “Partnership responsabile per la crescita sostenibile e la sicurezza”, come suggerisce il titolo stesso della due giorni. Relativamente a questo tema, la crisi ucraina e le reciproche sanzioni tra l’Europa e la Federazione Russa, così come le sfide poste dall’avanzata dello Stato Islamico in Vicino Oriente e dall’epidemia di ebola in Africa, saranno gli argomenti che occuperanno la gran parte dei colloqui, parallelamente alle sfide di sicurezza cosiddette non-convenzionali quali il traffico di esseri umani, il traffico illegale di armi, il cyber-crime e la pirateria marittima.
Sebbene quindi negli ultimi mesi vi siano stati attriti nelle relazioni tra l’Europa ed alcuni partner asiatici, come per esempio con la Russia rispetto alla questione ucraina, la linea del dialogo e della cooperazione sembra prevalere. Ciò si spiega con il fatto che l’Europa vuole tenere fede ad una strategia di cooperazione fondata sulla diversificazione delle partnership (soprattutto per quanto concerne il settore energetico e commerciale), ma anche perché essa rappresenta a sua volta un partner troppo importante per i paesi asiatici. Forse è per questo motivo che, malgrado la complessa situazione diplomatica causata dalle sanzioni europee e dall’embargo russo, Vladimir Putin ha deciso di prendere parte personalmente ai lavori dell’ASEM, al posto del Primo Ministro Dmitrij Medvedev, al quale era stata affidata inizialmente la guida della delegazione russa.
Gli occhi della stampa di tutto il mondo sono quindi puntati in queste ore sui possibili incontri tra il Presidente Putin e i leader europei proprio a proposito della crisi ucraina e sulle conseguenze che questa sta avendo nelle relazioni tra la Russia e l’Europa. All’inizio di ottobre, infatti, le agenzie di stampa davano per certo un possibile incontro a due fra Putin e il suo omologo ucraino Petro Porošenko, durante la seconda giornata del vertice a Milano, mentre oggi l’ipotesi più accreditata sembrerebbe essere quella dell’incontro con il format “normanno”, ossia un incontro a quattro tra i presidenti Putin e Porošenko, assieme alla cancelliera Angela Merkel e al Presidente francese François Hollande, reiterando la formula dell’incontro avvenuto, per l’appunto, in Normandia lo scorso giugno, a margine dei festeggiamenti per l’anniversario dello sbarco alleato sulle coste francesi. Nelle ultime conversazioni telefoniche preparatorie al vertice, Putin e Merkel hanno convenuto sulla necessità di mantenere aperto un canale di dialogo sulla crisi ucraina e sulle altre questioni all’ordine del giorno dell’agenda internazionale.
A proposito della crisi ucraina, Mosca e Berlino sembrano d’accordo sull’importanza di una stretta aderenza agli accordi di Minsk per la tregua nell’Est del Paese, soprattutto per quanto riguarda il rispetto del cessate il fuoco, il ritiro degli armamenti pesanti ad entrambi gli schieramenti ed il monitoraggio della situazione nell’Ucraina del Sud-Est tramite l’azione dell’OSCE. La situazione in Ucraina e la lotta all’ISIS nel Vicino Oriente saranno invece al centro dell’incontro tra Putin e il Premier italiano Matteo Renzi. Nella conversazione telefonica avvenuta oggi tra Renzi e Putin, i due politici hanno preso accordi sullo svolgimento dei colloqui russo-italiani durante il summit per consentire una discussione più dettagliata sulle prospettive di espansione delle relazioni bilaterali tra l’Italia e la Russia.
Infine, per la prima giornata del vertice ASEM, quella del 16 ottobre, tra gli incontri bilaterali a cui parteciperà il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sono previsti anche quelli con lo stesso Putin e con il Presidente ucraino Porošenko.