Magazine Psicologia

Il viaggio

Da Psicoterapeutico
IL VIAGGIO

Il viaggio a lieto fine nella terapia

Non ricordo esattamente come e quando sono giunta nel suo studio, ma ho ben ferme nella mia memoria le sensazioni dell’incontenibile ansia, dello sconforto, della paura, ed il senso di non farcela a contenere tutti questi stati d’animo, che nelle prime sedute mi invadevano e  opprimevano.

In seguito si sono placate ed io ho incominciato il mio “viaggio”, sì perché per me i nostri appuntamenti settimanali sono state le tappe di un lungo  viaggio, fuori e dentro di me,  la cui  meta, all’inizio oscura ed ignota, è stata la scoperta di me stessa, la consapevolezza dei miei limiti, il capire come smettere di farmi del male, il riconoscimento delle mie esorbitanti emozioni, l’imparare a contenerle, a conviverci e a trasformarle in un momento di crescita per me e per chi mi è vicino.

La parte più faticosa, è stato l’inizio,  decidere di intraprendere  questo cammino e   riuscire ad avere abbastanza fiducia in lei da sceglierla come compagna di avventura, poi è diventata la mia “bussola interiore”, il mio “navigatore satellitare” che a poco a poco mi portava a scoprire la mia forza segreta.

Ogni nostro incontro, o meglio ogni tappa del viaggio, era  un percorso semplice e preciso, io parlavo e raccontavo i miei stati d’animo, le mie paure, le scoperte che facevo dentro di me e nei rapporti con le persone a cui voglio bene. Alcune volte mi sembrava un’inutile  perdita di tempo, ma poi alla fine tutto appariva più chiaro,  e capivo quello che mi stava accadendo.

Ogni ostacolo da affrontare, ogni cancello da aprire erano allo stesso tempo momenti di gioia e dolore, la vittoria si confondeva con la sconfitta e la sconfitta con la vittoria , comunque  erano sempre momenti  di  evoluzione interiore.

Man mano i nostri incontri sono diventati degli appuntamenti, piacevoli, aspettati, dai quali uscivo rinfrancata, come fossero dei bagni di fiducia, tranquilla  nuotavo nella vasca del mio “Io” più profondo senza alcuna fatica, con assoluta naturalezza.

Quando razionalmente pensavo alla trasformazione che avveniva dentro di me, mi dicevo. “non è possibile, dove è andato tutto il tuo conformismo, il tuo perbenismo… come è bello e prezioso quello che vai scoprendo e che per anni è stato  nascosto e sedimentato  dentro di te” e una sensazione di leggerezza accompagnava le mie giornate.

Quando ho incominciato a  prendere coscienza delle  scelte affettive fatte per comodità e sicurezza è stato dolorosissimo, sconvolgente, ma il suo modo di tenermi per mano  ha fatto sì che piano, piano le mie crisi d’ansia si dissolvessero.

Non so se  siano completamente scomparse, se mai le riproverò, se sono in agguato dietro l’angolo delle mie insicurezze ancora presenti, ma so, con assoluta certezza, che ora  ho la ricetta per contenerle, ho la mappa con il percorso da seguire per uscire da quegli stati d’animo che prima mi sembravano invivibili insopportabili.

In alcune sedute avevo l’impressione che la mia vita  fosse come un tappeto che io  guardavo dal retro: vedevo così un insieme di nodi e fili ingarbugliati tra loro.

Mi sembrava che invece lei vedesse con chiarezza il tappeto, nei suoi disegni, colori e sfumature e sapientemente, un po’ alla volta, con molto tatto e delicatezza li faceva scoprire anche a me.

Ho il ricordo di alcune sue “frasi-pietre miliari” che nei momenti bui mi hanno sostenuto, come ad esempio “ resistere è vincere” ed io imparavo “ l’attesa”.

Nel tempo, senza che me ne accorgessi, nasceva  in me la consapevolezza di poter iniziare a camminare  da sola, solo piccole tappe, prendevo fiato  e poi,  mi fermavo per parlarne con lei. In seguito abbiamo deciso che potevo  provare a correre.

Così, proprio io, che per anni avevo zoppicato tra anoressia affettiva e costante senso di inadeguatezza , mi sono messa a   correre, a stare dentro la “vita”.

I miei pensieri non erano più recriminatori, pessimisti e negativi, ma proiettati verso il futuro e nei nostri incontri non parlavo più del passato, ma del presente. E’ cambiato anche   il mio modo di rapportami agli altri.  Mi sento davvero una persona migliore, riesco a contenermi, a far sì che le emozioni e l’ansia non mi devastino e annientino come un tempo e, sorpresa delle sorprese, sono addirittura in grado di essere un momento di tranquillità e rassicurazione per chi mi  avvicina, non più solo  adrenalina ed energia pura.

Come in ogni viaggio che si rispetti conservo delle fotografie: sono le immagini dei traguardi di volta, in volta raggiunti,  in cui a fatica sono riuscita insieme a lei, a scollinare il mio orgoglio, il mio rancore, le mie paure, il mio ottuso conformismo e a raggiungere i  tramonti romantici dei miei sentimenti più veri.


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