Strani siparietti si consumano al mare, come se la bella stagione giustificasse ogni azione, un po’ come quando il cervello si altera sotto l’impulso alcolico. Scene illuminanti sul genere umano si manifestano ai miei occhi mentre tento di riposarmi quell’unico giorno a settimana. Sono tornati i vicini (scassapalle) di ombrellone… ;)
Lo scorso sabato non sono andata al mare, bensì in una tranquilla piscina appollaiata sopra Firenze, con splendida vista della città, immersa tra gli ulivi e dotata di una tranquillità inverosimile. Popolata per lo più da stranieri dai capelli così biondi da sembrare bianchi, si presentava ai miei occhi come un’oasi perfetta. Io e la mia amica Cerbiattona ci piazziamo in un angolo. Faccio il punto sul vicinato: una famigliola numerosisssima di tedeschi sulla sx, un paio di coppie dietro di noi, tre amiche sfigate over 40 che si sparano selfie come le 15enni e pochi altri esseri umani. Tutto tranquillo fino a che non arrivano tre spavaldi uomini del sud. La calma si interrompe improvvisamente: i tre parlano a voce alta come impone la tradizione terrona, si fanno portare subito champagne e bicchieri e cominciano a fare i cretini tra di loro sincerandosi con sguardi radar di essere al centro dell’attenzione della piscina. “Ma guarda ‘sti tre idioti“, penso.
Il vero idiota, però, è uno (gli altri funzionano, male, da spalla): abbronzato, quel poco di pancetta da inattività sportiva, grande&grezzo occhiale da sole e un fare da buffone di corte, pure un po’ viscido, in grado di indisporre chiunque. Dal suo lettino bordo piscina comincia a scrutare la situazione e punta il gruppetto di sfigatone, irrompendo nel loro set fotografico con la felice battuta “Ma cos’è un selfie? Me lo posso fare pure io con voi?“. Con un accento calabro-pugliese non ben identificato continua ad importunare verbalmente le non-più-ragazze le quali, ovviamente, lusingate da quelle attenzioni che ormai non ricevono da tempo, si prestano a questo squallido gioco con risatine e battutine. “La regressione della razza umana“, penso mentre mi godo la scenetta alquanto allibita. Il Piacione si lancia fisicamente a conoscere le tre tardone (lo so, avranno avuto 45 anni, non è carino definirle tardone, ma il tipo di immagine era proprio quello: abbronzatissime, look da velina mancata, troppe rughe accumulate in anni di lampados, grandi occhiali, costumi orrendi e pure un po’ sguaiate, già mezze ubriache alle tre del pomeriggio).
Punta la prima, la Tardona-Fatona dai lunghi capelli corvini, che invita a sedersi accanto a lui a bordo piscina mentre le porge una coppa di bollicine. Il Piacione parla ancora a voce più alta, comincia con i convenevoli anagrafici (sostenendo di essere nato nel ’79, roba che se lui ha davvero 35 anni io ne ho 18, visto che ne dimostrava più di 40), con le informazioni professionali (ovviamente è un manager di qualche minchiata a caso), passando anche dal passato di animatore nei villaggi turistici (che giustifica indubbiamente il suo fare da giullare), mentre si prodiga in complimenti di dubbio gusto, tipo “Ma che begli occhiali che hai, me li fai provare“? (Mah). Un quadretto esilarante che si consuma per almeno un’ora, mentre lei continua a fare ridolini e pronunciare frasi di una banalità allucinante, non senza qualche tentativo di battuta ammiccante con doppi sensi inclusi, e lui si allunga con un braccio alle sue spalle e comincia a cercare contatti fisici: prima un ditino sulla spalla, poi una carezza, poi una mano intorno alla vita…un siparietto degno degli abitanti brufolosi delle scuole superiori (compreso lo scambio di amicizia su FB in real time…OMG)!!!. E invece no, sembra che l’imbrocco funzioni così anche tra quelli di una certa…Io e Cerbiattona, intanto, cominciamo ad aprire le scommesse su questa situazione inquietante: gliela darà o non gliela darà?!?
Mentre il Piacione pensa di avercela fatta (dopo averla stordita con una serie importante di bicchieri) le amiche decidono che è l’ora di andarsene. Lui prova l’ultimo attacco, quello fisico: la bracca come un un lupone con un agnellino, bloccandola fisicamente in un abbraccio troppo invadente, cercando di convincerla a non andarsene. Lei fa la finta preziosa, si veste barcollando (ormai è definitivamente briaa), dice che se ne va, poi che resta, poi che va…Passa un altro quarto d’ora da gatta morta poi, finalmente, saluta la curva. Non prima di essere stata catturata per un teatralissimo bacio a stampo sulla bocca con il quale il Piacione pensa di essersi guadagnato il diritto a rivederla per una trombatina serale. Alè, che la tristezza sia con voi. “T’è scappata la Tardona, eh?!?“, penso. A questo punto torna ancora più gasato di prima a spavoneggiarsi dagli amichetti tra battute e doppi sensi per questa conquista. (in questo momento mi convinco dell’idiozia di tutto il gruppo). Poi comincia di nuovo a guardarsi intorno con l’aria del cane da tartufo a caccia di figa. Chiaramente si volta anche dalla nostra parte…più di una volta.
Quando decidiamo di andarcene, il Piacione non ce la fa a stare zitto ed esordisce con un infelice “Ma non ci avete proprio degnato di uno sguardo, eh?“. Alla Cerbiattona brillano gli occhi, io affilo le unghie. Lei parte con un tuonante “Chissà come mai!!!” io la seguo con un “Fatti delle domande…e datti pure delle risposte“, mentre saltelliamo via sghignazzando di brutto, ignorando il brusio sorpreso dei tre sfigati!!! Niente da fare, il mondo è pieno di uomini (e donne) che non ce la possono fa’. ;)