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Il vino, la noce moscata e il culo del maggiordomo

Da Trentinowine

Image00001 Alessandro Sbarbada, nome noto in questo blog per la sua prosa fluviale, e fuori da questo blog per essere uno dei portavoce più ascoltati e seguiti di quella che io chiamo (anche se a lui questa espressione non piace) cultura proibizionista in tema di vino, Alessandro Sbarbada, dicevo, mi ha regalato una copia del suo primo libro (Vino e Bufale: Tutto quello che vi hanno sempre dato da bere a proposito delle bevande alcoliche – Edizioni Stampa Alternativa, 2009 – Euro 12), firmato insieme allo psichiatra Enrico Baraldi. Il libro  mi è arrivato puntuale per posta un paio di giorni fa, accompagnato da una tenera e amicale dedica per la quale ringrazio l’autore: “X Cosimo, eccoti il primogenito di Sbarbada e Baraldi, con la speranza che ai tuoi occhi, non diventi un gemito”.

No, caro Alessandro, non fu un gemito. Fu una risata. Un godimento della carne e dell’anima. Una risata e un godimento che ieri hanno accompagnato il mio pomeriggio e quello del mio amico Giuseppe. Il tuo libro, e tu insieme, ci avete tenuto compagnia per un paio d’ore, mentre stavamo seduti al sole della ridente piazzetta di un’altrettanto ridente località turtistica del Trentino. Il libro lo abbiamo letto insieme ad alta voce, alternandoci alla lettura. Attorno a noi, dopo un po,’ si è radunata una piccola folla di attenti e divertitissimi ascoltatori. Un cabaret, insomma. Un paio d’ore di relax in un sabato pomeriggio di quasi estate. Naturalmente, fra una pagina e l’altra e fra un godimento e l’altro, siamo riusciti a far fuori una bottiglia di Trento (io) e 6 birre medie (Giuseppe). Insomma, caro Alessandro ci sei costato la bellezza di cinquanta euro. Ma ne è valsa la pena. Questo libro (136 pagine per altrettanti capitoletti che si leggono tutti d’un fiato, risate permettendo), che naturalmente non ho alcuna intenzione di recensire seriamente, è esilarante. Un manuale di comicità involontaria (?) raramente dato alle stampe. Almeno che io sappia. E’ una lettura godibilissima, amena, gustosa. Un libro che non può mancare nella piccola biblioteca di casa di ogni famiglia italiana. E’ un bestiario di amenissime e amabilissime curiosità attorno al vino e ai suoi detrattori. Oltre che ai suoi consumatori. Talvolta, quasi sempre, sfiora vette che voi umani non avete mai avuto l’ardire nemmeno di immaginare. Faccio qualche esempio, per incuriosirvi e per farvi venire la voglia di correre in libreria.

A proposito dell’etilometro tascabile.Chi non ha bevuto non ha bisogno di un etilometro, per saperlo”. E ancora: “E non ha più tanto senso nemmeno il regalo ormai di moda: l’etilometro tascabile, La promozione del piccolo strumento all’apparenza innocuo (per quanto non sempre preciso), anzi tranquillizzante, appare in contrasto col principio che chi guida non beve”.

A proposito della sventura in cui incappò qualche anno fa, il povero presidente del premio letterario Grinzanne Cavouraccusato di avere, da ubriaco, molestato sessualmente il suo maggiordomo”. A questo bel soggetto, insomma, pare (non so come sia andata a finire questa vicenda giudiziaria) piacesse il culo del suo maggiordomo. Una questione di propensioni sessuali? Macché: il problema è solo che era ubriaco. Mentre il culo finisce per essere un aspetto maginale della faccenda. Evvabbè.

Alla fine qualcuno muore. Sempre.Quel che accade quando si è sotto l’effetto di alcol e droghe, afferma Shane Dark, il responsabile della ricerca australiana su alcol e violenza, di solito non accade quando si è sobri. Si dicono cose che normalmente non si direbbero, ci si offende, si interpreta male qualcosa e si litiga. Alla fine qualcuno muore”.

Andiamo avanti con la storia delle casalinghe vittime della noce moscata. Il titolo è: 40 per cento degli incidenti domestici. Trascrivo tutto il capitoletto, perché ne vale la pena: “Parlando di infortuni tra le pareti domestiche – frequenti in cucina -, è scontato che i soggetti più a rischio siano le donne, soprattutto quelle maggiormente impegnate nelle attività domestiche. E a proposito delle cosiddette droghe casalinghe, fatte o consumate in casa con sostanze facilmente reperibili, l’alcol è la più diffusa insieme al caffè e al fumo di sigaretta. Tra di esse anche la noce moscata (che contiene composti simili alla mescalina), il gas da cucina, pochi rapidi spruzzi d’insetticida, l’aspirina sciolta nella coca cola, colle e solventi tipo lacca e acetone che danno un effetto a metà tra la sbronza e il viaggio allucinogeno. Lasciando da parte queste curiosità, che sono delle vere e proprie – documentate – dipendenze, oltre che tra i giovani è soprattutto tra le donne che nel nosro paese si registra l’aumento del numero di consumatori di bevande alcoliche. In particolare, a pagare di più sono le casalinghe; specie quando si ritrovano a esserlo senza possibilità di scelta”. Padri e mariti, se avete donne in casa, per favore fate sparire la noce moscata. E anche l’insetticida per l’amor di dio. E il vino, naturalmente, bevetevelo voi.

Viva lo spinello. “Se facciamo il confronto fra alcol e cannabinoidi, appare evidente quanto i rischi del primo siano di gran lunga maggiori: l’alcol è molto più pericoloso rispetto all’induzione di dipendenza fisica e psichica, alla neurotossicità, alla tossicità generale alla pericolosità sociale. Eppure, mentre ogni ente pubblico che si rispetti organizza, sponsorizza o patrocina feste del novello, strade del vino e tour delle cantine, non c’è nessuno che non inorridisca alla proposta di una festa della marijuana o di una visita guidata alle piantagioni.”

Vino e corna. “L’impotenza porta a conseguenze da un punto di vista psicologico, la più specifica delle quali è il delirio di gelosia: cioè, ove si tratti d’un uomo dedito al bere, il pensiero paranoico che la partner abbia consumato un tradimento nella realtà mai avvenuto”.

Kriminal: Assassini e assassinati, tutti ubriachi! “41 per cento degli omicidi: Siamo stati prudenti a limitarci al 41% visto che la ricerca americana Alcohol, violence and aggression, pubblicata sul numero 38 di Alcohol Alert dell’Ottobre 1997, afferma che l’86% dei casi di omicidio avviene sotto l’effetto dell’alcol, il 37% delle aggressioni si compie dopo avere assunto alcolici e il 60% delle aggressioni sessualki accade in stato di ubriachezza. Un’analoga ricerca australiana, effettuata dall’Università del Nuovo Galles del Sud e ripresa dal quotidiano L’Avvenire del 25 Settembre 2007, colloca quasi al 50% la percentuale di vittime di omicidi positiva all’alcol al momento della morte”

Le 96 volte di donna Ada, la cui “principale disgrazia (…) era il bere fuori d’ogni controllo. La seconda era di abitare in una città del nord i cui servizi sanitari erano organizzati secondo un modello ospedalocentrico di efficienza e prossimità. Così, ogni volta che le capitava di stare male per le bevute la ricoveravano in ospedale. Per ben 96 volte le cartelle cliniche e le lettere di dimissioni avevano certificato come, grazie a quel ricovero, la salute della signora Ada Rossignani fosse migliorata. E per 96 volte le era stata prescritta l’astensione dalle bevande alcoliche”. Non vi svelo come è andata a finire la storia di donna Ada, altrimenti vi rovino il giallo. Invece, vi suggerisco di correre in libreria e di acquistare il libro. Lo potete fare anche comodamente da casa vostra qui: http://www.ibs.it/code/9788862220903/baraldi-enrico/vino-bufale-tutto.html
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