“Penetrare all’interno delle sue immagini è possibile solo dopo aver risvegliato in sé i resti dei ricordi infantili, e dopo aver fatto risorgere nell’animo quelle sensazioni dimenticate di quando viveva in noi la paura del buio, mentre una vecchia sedia poteva all’improvviso mettersi a ringhiare ed inseguirci” (Abram Efros)
Questo è un viaggio attraverso la memoria, il tempo, i luoghi. Dentro ci sono immagini, storie, ricordi, figure, sogni,oggetti, pagine di libri, spazi.
E’ un viaggio senza meta, uno strumento per tentare di bucare la pelle delle cose, per cercare di toccarle, di spogliarle del loro involucro più esterno per far riemergere emozioni, un viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca del punto di partenza....
Il tempo lenisce, cura, rimargina, ma avvolge la mente di una spessa cortina di nebbia, sfocando le impressioni; i nitidi fotogrammi del passato diventano frammenti insipidi, incolori, inodori. Ma all’improvviso, un’immagine, una melodia, un semplice profumo bastano a sospendere il flusso dei pensieri e a trasportarmi , in un solo attimo, altrove....
Camminiamo lungo corridoi che si aprono su stanze ammobiliate, sture di impronte, pregne di odori e di presenze mai abbandonate....
Solo allora ci ri-conosciamo e ci ri-troviamo .....
Viviamo ristrutturando i nostri spazi, modificandoli, stratificando esperienze che diventano nuove stanze; apriamo una porta dietro l’altra fino a non sapere più da quale eravamo entrati la prima volta....
Inizia il viaggio.....
Prova ad aggirarti in questo labirinto con gli occhi della mente spalancati, le mani pronte a toccare, le orecchie tese a “riacciuffare” voci lontane... perditi nella “tua casa”, lascia riemergere emozioni e memorie, ritrova le parole, spolvera gli oggetti e ripercorri a ritroso la pianta della tua più intima dimora....
Cucina.....
Chiasso di voci riunite.... dolci sapori..... vapore dell’acqua che bolle ... odore di ragù .... rumore sordo di cucchiai di legno....
... la prima volta che ho preparato i biscotti, ho ancora nella testa la voce di mia nonna che mi elenca gli ingredienti ... il ribrezzo delle uova e il burro che si appiccicano alle mani.... l’impazienza davanti al forno .... il desiderio spasmodico di assaggiarne un pezzettino di cui ora non ricordo più il sapore ma solo il profumo e la lingua che bruciava...
“E ad un tratto il ricordo mi è apparso. Quel sapore era quello del pezzetto di madeleine che la domenica mattina (...) la zia Lèonie mi offriva dopo averlo bagnato nel suo infuso di tè o di tiglio. La vista del biscotto, prima di assaggiarlo, non m’aveva ricordato niente; (...) Ma quando niente sussiste di un passato antico (...), soli, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto....” (Marcel Proust, La strada di Swann, tratto da Alla Ricerca del tempo perduto)
Studio....
..silenzi ... sospiri ... carta ingiallita ... brusio di pagine .. polvere impalpabile .. pensieri liberi...ricordi.....
Gli immensi fogli bianchi che mio nonno stendeva accuratamente sul tavolo, li usava per provarci le matite e le penne prima di scrivere. Bastava avvicinarcisi per sentire l’odore sottile della grafite mischiato a quello dell’inchiostro. Io mi arrampicavo sulla sua sedia altissima per scarabocchiarci sopra. Era la nostra corrispondenza segreta....
Una immensa distesa di segni, graffiti, scritte, scarabocchi. Disegni e parole che si sovrapponevano, si incontravano, si espandevano, macchie di inchiostro, trame che crescevano e si ingrandivano sino a che non c’era più neanche un piccolo spazio bianco.
Studiavo davanti al libro ma lo sguardo era catturato dalle venature della scrivania: vicoli, sentieri tortuosi, autostrade di pensieri viaggianti, propositi, speranze future, strade da percorrere..... i segni sono ancora lì e mi aggiro volentieri fra i lisci disegni del legno, lasciando che la mente emigri verso nuove soluzioni, via, lontana dalla nostalgia di chi ero tanti libri fa.....
Camera da letto....
Fruscio delle lenzuola... odore di bucato ...respiro profondo ...tepore ... baci e carezze ....
Odore di sapone.
Fruscio di biancheria.
Sensuale leggerezza di stoffe.
Tepore, torpore.
La mia vestaglia di seta comprata dalla nonna. Il suo libro. Le mie pantofole dalla forma buffa. I suoi occhiali. Un profumo diverso, inconfondibilmente il suo ... e il mio....
“Sbatto le palpebre per la stanchezza e le mie ciglia emettono un suono minuscolo, impercettibile sul bianco sensibile dell’alto cuscino...” (Fernando Pessoa, Il libro dell’Inquietudine)
La camera di nonna nella villa in campagna dove passavo le estati... le notti dai temporali improvvisi persa nel suo letto.... davanti a me una tappezzeria con gli uccellini disegnati sopra. Uccellini sui rami, potevo osservarla per ore. Mi aspettavo sempre che prendesse vita quando si spegneva la luce. Tentavo di osservarla anche al buio. Stringevo gli occhi cercando di cogliere un qualsiasi movimento e restavo con il fiato sospeso quando la luce dei fari delle automobili passava rapida illuminandola a strisce, solo per un attimo. Lunghi fiori di luce attraverso le tende.....
... mi risveglio... sogno e ricordi si con-fondono.. tra le mani “il violinista verde”.. profumo di neve fresca, il suono stridulo di un vecchio strumento, il sapore aspro di un bicchiere di vino, uno sguardo sui tetti in una notte viola il mio morbido cuscino di piume..... le parole di Chagall “la città pare spaccarsi, come le corde di un violino, e tutti gli abitanti si mettono a camminare sopra la terra. I personaggi familiari si installano sui tetti e lì si riposano. Tutti i colori si rovesciano, si trasformano in vino che zampilla dalle mie tele... i miei quadri sono i miei ricordi...”
Da ascoltare: Somewhere Over the Raimbow - Norah Jones