The Fall of Icarus, by Sebastian Seiffert
Inizia sopra le tue possibilità e terminerai sotto le tue possibilità.
Questa frase mi calza a pennello e m’identifica come runner. Ce l'ho in mente dalla serale di Villasanta di ieri, terminata con un passo medio deludente (4.26 al chilometro). Il percorso più veloce di così non poteva essere (da consigliare a chi desidera migliorare il proprio pb); evidentemente vuoi la preparazione finalizzata ad altro tipo di gare, vuoi la partenza ancora una volta dissennata, vuoi la differenza di fuso orario tra Borgofranco d'Ivrea e Villasanta e il jet lag conseguente hanno fatto sì che non andassi avanti. In un certo senso, me lo aspettavo, sebbene quando capiti un po’ ti girano.
Ne traggo un insegnamento importante: non ho speranza di conseguire un pb partendo da un tempo superiore. Ovvero: partire sparato pensando "tanto poi rallento" non funziona. Quando capisco che sarebbe il caso di rallentare, perché ho il cuore in gola, è già troppo tardi. Rallento sì, ma non riesco a stabilizzarmi su una velocità ottimale, è un crollo che neppure l'orgoglio riesce a vincere. L'anno scorso invece partivo lento per poi progredire in maniera naturale, in linea con il progressivo riscaldamento del motore.
E' il puntare troppo in alto che mi frega. Un po’ più di modestia, forse, non guasterebbe. Come Icaro pagò caro il volersi avvicinare troppo al sole, io pago caro il voler essere troppo vicino ai quattro. La mia cera si scioglie in fretta e precipito.
Comica poi la sensazione vissuta negli ultimi chilometri, quando credevo di stare aumentando la media, mentre invece il GPS (con la solita spocchia tipica dei satellitari), mi mostrava che invece stavo perdendo terreno:testa e gambe stavano evidentemente viaggiando separate.
Raggiungere Villasanta è stato un viaggio epico, che mi ha fatto attraversare non so quanti acquazzoni, per poi attendere nervoso in coda a Monza, con un colpo di scena finale nel momento in cui ho imboccata una strada sbagliata perdendo almeno quindici minuti alla ricerca di qualsiasi indizio che mi facesse pensare alla vicinanza di una gara podistica d’imminente partenza. Giungevo in loco venticinque minuti prima dello start, quando stava già presentandosi alla mente l'inquietante prospettiva di dover tornare a casa senza gareggiare. Un cambio veloce alla Arturo Brachetti ed eccomi lì, con il mio bel pettorale. Rassegnato a correre sotto la pioggia, quest’ultima ci fa la grazia di smettere appena dopo lo sparo.
Il percorso è veloce ma anonimo. Pur appellandosi "Corsa delle Cascine" di cascina ne ho vista solo una, giusto perché ne abbiamo attraversata la corte. Scarso il ristoro: soltanto del the (da bottiglie) e come pacco gara una tshirt neppur tecnica e una bustina d’integratori. Ah già... c'era un buono per una pasta…..
Nel finale incontro Lello, felice per il suo pb, che inseguiva da tempo. Due saluti e scappo alla ricerca di un posto ove cenare, per poi far vela verso casa.
Il futuro:
Si torna a gareggiare in casa: riprendo le corte gare del campionato UISP canavesano cercando di sopravvivere al momento. L’appuntamento “principe” rimane sempre la maratonina di Biella.
Un saluto e buone corse