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Il voto una festa della democrazia? Retorica. Al di là de...

Creato il 28 maggio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

 

Il voto una festa della democrazia? Retorica. Al di là della simpatia per il Galimberti, il voto è controllato, preparato, indotto per quanto possibile e in modo scientifico, da sempre. Democrazia non ce n’è. Non viviamo in un bel sogno. Galimberti parla così, però, dopo gli incubi Grillo e Berlusconi.

Galimberti stesso è l’unico candidato che il Pd ha considerato ammissibile, l’unica scelta imposta agli elettori, ai quali è stato detto che non c’era altra possibilità e che Partecipolis ha lavorato molto bene. Il che è vero ma non è possibile che il liberalismo cattolico, sensibile ai temi sociali, sia l’unica possibilità. Altri candidati erano possibili eccome. La società civile cremonese non ha brillato per iniziativa.

Eppure gli elettori si sono pronunciati. La più votata è stata Rosita Viola (Sel), condannata dalla propaganda dei potenti a un ruolo secondario. Eppure nessuno ha avuto più preferenze di lei. La qualità di Rosita Viola non è secondaria: l’alleanza con Galimberti è stata una scelta plausibile, l’innovazione vera però è che il Pd punti su persone come Viola, donna, di una cultura di sinistra seria e brillante, molto innovativa nella morente Cremona. Non succederà mai, chissà fino a quando.

Il Pd è riuscito a sottovalutare la forza politica di una signora di qualità cristallina, a relegarla a un ruolo secondario invece di farne la protagonista.

Il Pd non vede la potenza delle idee di Sel, di Rifondazione, delle persone che in questi partiti militano. Partiti, non apparati: non ci sono miriadi di funzionari. Lo stesso Pd non ha più le dieci sezioni del Pci, ma due sole.

Ci si è dimenticati degli ottimi Radicali, uno dei partiti più antichi che ci siano in Italia. Pochi militanti ma un lavoro politico spesso di qualità elevata.


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