La Serie A ha accolto quest'anno il nuovo Stadio Friuli, con una capienza di 25mila posti e una struttura nuova per tre quarti (la Curva Sud dovrebbe essere completata entro la fine dell'anno), oltre ad essere il secondo caso di stadio di proprietà nel campionato italiano, preceduto solo dallo Juventus Stadium.
Operazione certamente onerosa per i Pozzo, ma fattibile, grazie ad una serie di virtuosismi generati dall'unica dirigenza italiana in grado di fare imprenditoria, ossia di produrre ricchezza, dal mondo del calcio.
L'Udinese è l'unica società sana in questo senso (salvo casi sporadici, come quello del Napoli), la quale, nonostante la perdita di esercizio di 12 milioni durante lo scorso anno, rimane regina dei bilanci, grazie ad annate straordinarie da questo punto di vista, così come quella precedente a quella sopracitata, dove si registrò un utile di oltre 32 milioni di euro.
Come è ben noto, l'Udinese non è l'unica squadra di calcio di proprietà dei Pozzo. I magnati friulani posseggono infatti anche il Granada, in Spagna ed il Watford, neopromosso in Premier League.
Proprio quest'ultima realtà, peraltro simile come dimensioni ai bianconeri di Udine, potrebbe diventare il polo principale di questo impero sparso per mezza Europa.
Le squadre di Premier, infatti, riescono ad ottenere un ammontare di denaro in un quantitativo decisamente superiore rispetto a quello delle squadre di A.
L'investimento dei Pozzo in questa piccola realtà è intendibile in questo senso. Non a caso alcuni dei migliori colpi, anche solo tentati, sono stati fatti al fine di rinforzare il Watford stesso, come l'offerta di 10 milioni netti per Perotti, originariamente accettata dal patron Preziosi e declinata solo in seguito ai dubbi del giocatore argentino riguardo la destinazione.
Tanti soldi, che però, come detto sono nient'altro di un semplice investimento, peraltro assai proficuo.
Il Watford, in linea teorica, dovrebbe infatti i ncassare una cifra tra i 95 ed i 100 milioni di euro di diritti televisivi. Andando ad analizzare il fatturato di squadre simili, il Watford potrà giovare di un fatturato pari a circa 120 milioni di euro, un risultato lontano anni luce dal fatturato della squadra friulana, con una media pari a 53.3 milioni di euro per gli esercizi 2010/2014.
Il Watford, inoltre, potrebbe vedere aumentati i propri ricavi, qualora riuscisse a rimanere in Premier per i prossimi 3 anni: la suddivisione dei diritti TV potrebbe così vederli infatti ulteriormente avvantaggiati, con la squadra dell'Hertfordshire che vedrebbe così ulteriormente aumentate le sue risorse.
Si tenga conto anche del fatto che i dati sono macchiati dal fatto che il cambio euro-sterlina, in seguito alle politiche di Quantitative Easing nel primo quarto del 2015, ha subito uno shock, con la moneta unica che ha osservato una pesante (e voluta) svalutazione. Questo altro fattore ha indubbiamente spinto i Pozzo ad investire nella realtà Watford, come dimostrano anche i lavori per lo sviluppo di Vicarage Road, con la costruzione di una nuova tribuna da tremila posti.
Ad incrementare l'interesse per questo investimento, nel caso in cui il Watford dovesse retrocedere, si attiverebbe il "parachute payment", che subirà un importante ritocco a partire dalla stagione 2016/17.
Importante però, per le tre neopromosse, non retrocedere immediatamente, in quanto la Federazione inglese ha attuato un provvedimento per cui esse potrebbero non giovarne immediatamente. Questo piccolo, ma importante neo è forse l'unico vero rischio per i Pozzo, che hanno pertanto cercato di rinforzare adeguatamente la rosa, al fine di non dover incorrere nel rischio di perdere un treno così florido.
Le idee dei friulani sembrano essere dunque abbastanza chiare: sfruttare quest'opportunità per proseguire la loro opera di consolidamento del loro impero (oltre ad Udinese e Watford essi posseggono anche il Granada, il quale milita nella Liga spagnola).
Consolidamento che probabilmente non può prescindere dall'investimento in questa realtà inglese, la quale potrebbe servire per finanziare nuovi progetti e portare ad ulteriori, nuovi, investimenti, gestiti con il solito pragmatismo che ha contraddistinto la gestione di questa famiglia.
Quanto appena realizzato, dunque, si prospetta come l'ennesima operazione dei Pozzo che (numeri alla mano) pare, a priori, essere azzeccata, con vantaggi che, salvo retrocessioni, si riverseranno sul mondo Udinese, già ben visibili con la costruzione del nuovo Stadio.
E chissà che con gli introiti dello stesso i bianconeri non riescano a ritornare nuovamente in Europa....