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Il Western Australia Decide di Sterminare gli Squali dalle Proprie Coste

Creato il 10 gennaio 2014 da Angelozinna

Il Western Australia Decide di Sterminare gli Squali dalle Proprie Coste

Il Western Australia ha deciso di fermare una volta per tutte il problema degli attacchi degli squali sulle coste delle sue spiagge più popolari. Come? Sterminandoli.

Il premier dello stato più grande dell’Australia, Colin Barnet, ha recentemente lasciato passare la legge per cui lungo le coste nell’area di Perth saranno installate, a circa un chilometro di distanza dalla spiaggia, corde con grandi ami che attireranno gli squali in avvicinamento. Oltre a questo il nuovo regolamento concederà ad alcuni pescherecci licenze ‘ad uccidere’ con le quali ai pescatori sarà concesso sparare ad ogni squalo di dimensioni superiori ai tre metri di lunghezza.

Il provvedimento è stato messo in atto dopo un aumento, considerato drastico dal governo in carica, degli attacchi letali da parte degli squali nei confronti dei bagnanti. Negli ultimi tre anni infatti sei sono state le persone uccise in questa regione dagli squali, mentre nei vent’anni precedenti si erano registrate solamente venti morti, una l’anno in media. Questo dato è bastato a convincere i politici locali ad attivarsi per proteggere i cittadini, nonostante sia di pubblica conoscenza che dagli anni ottanta la popolazione di Perth è quasi raddoppiata, e così il numero di bagnanti.

Il provvedimento, che costerà circa un milione di dollari e dovrebbe partire dal 10 Gennaio, prenderà di mira solamente gli animali più grandi. Tra questi vi è lo squalo bianco, inserito nella lista degli animali in via d’estinzione, oltre allo squalo tigre e lo squalo leuca, considerato uno dei più pericolosi per l’uomo per la sua abitudine a nuotare in acque poco profonde. Tutti gli squali che rientrano nei parametri verranno uccisi e poi la carcassa verrà abbandonata in acqua.

Immediatamente dopo la resa pubblica di queste intenzioni sono cominciate le proteste. Oltre 100 scienziati hanno scritto una lettera al governo e dichiarato possibile disastro ambientale. Oltre ad alterare il già precario equilibrio dell’ecosistema marino, la paura principale è che agli uncini installati sott’acqua finiscano per abboccare non solo gli squali, ma anche delfini, tartarughe ed altri esseri del mare. Ci si preoccupa inoltre che cadaveri appesi agli ami finiscano per attirare più squali del previsto, invece che allontanarli.

Da qualche giorno le proteste si sono accese anche per le strade, o meglio, sulle spiagge. Sulla famosa Cottesloe Beach di Perth, la capitale del WA, si sono riunite 4.000 persone in protezione dei grandi predatori marini, proponendo di investire il milione previsto in forme differenti di prevenzione, tra cui l’informazione e l’educazione pubblica riguardo il rapporto che si dovrebbe mantenere con questa specie. Durante le proteste volti conosciuti hanno partecipato appoggiando l’iniziativa, con nomi appartenenti al Partito dei Verdi e l’organizzazione WASC, Western Australia for Shark Conservation.

Il governo, nonostante lo scontro con ambientalisti e animalisti, ha deciso di proseguire per la propria strada e le licenze ai pescherecci saranno rilasciate a breve. Le proteste intanto continuano non soltanto a Perth, ma anche a Broome e Bunbury, con il supporto in arrivo anche dagli stati dell’est e giornali che espongono i propri dubbi da ogni parte del mondo.

Fonti:
BBC
Daily Mail
Perth Now


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