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ILARIA CAPUA “STRONG LADY” DELLA SCIENZA MONDIALE . HA CON LE SUE SCELTE HA ABBATTUTO I DOGMI DELLA SCIENZA, E COSì VINTO UN PREMIO INTERNAZIONALE

Creato il 23 settembre 2011 da Madyur

Ilaria Capua ha ricevuto , a Filadelfia , il Penn Vet Leadership Award, massimo riconoscimento per chi fa il suo lavoro: una scienziata che studia animali. Negli Stati Uniti la scelta ha fatto un certo scalpore per due motivi : è il primo Under 60 ad essere insignita del premio , ed è la prima donna .

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Ilaria Capua non è un cervello in fuga , anzi, ha svolto tutta la sua carriera accademica e scientifica in tutta Italia ed è alla guida di una struttura del vituperato servizio sanitario nazionale : l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie , che ha sede a Legnaro, in provincia di Padova.

Secondo gli americani la Capua ha cambiato la pratica e l’immagine della professione di veterinario. “Nel 2006 l’influenza aviaria era appena arrivata in Africa . Quel virus non è una bufala : uccide gli animali nelle prime 48 ore del contagio. Era un emergenza vera. In una situazione di panico generale il nostro laboratorio fu il primo ad isolare il virus , in Nigeria. Ricordo che tutti mi correvano dietro per studiarlo. Naturalmente mi chiamarono dall’Oms . Mi dissero : se ci dai l’impronta genetica del virus, depositiamo la sequenza in un database ad accesso limitato per 15 laboratori e ti diamo la password. Ero a un bivio. potevo entrare nel club degli eletti , ma non me la sono sentita. Se quella era davvero pandemia dovevamo lavorare tutti assieme per batterla e ho depositato la sequenza in una banca dati aperta , GenBank. In una settimana è stata scaricata mille volte”

Il Wall Street Journal la definì la strong lady della ricerca scientifica , molti si interrogarono sul senso di avere delle banche di dati chiuse su temi come la salute e conclusero: non c’è alcun senso. La Capua diventò una star , almeno all’estero. Per Scientific American è uno dei 50 scienziati più importanti del mondo , il magazine Seed la incorona mente rivoluzionaria. Lei dice “Sono convinta che solo attraverso la collaborazione fra scienziati si possano risolvere problemi complessi e per collaborare serve la trasparenza dei dati. Non è più tempo di chiudere i virus nei cassetti e dire : questo me lo guardo io . Certi dogmi vanno superati”.

Aggiunge “La ricerca non è un parcheggio ma una carriera dinamica , vuol dire alzarsi alle 4 del mattino per un esperimento e girare il mondo in economy facendo delle rinunce. Sono partita dieci anni fa con un gruppo di 8 persone , tutti dipendenti pubblici. Ora siamo 70, con noi c’è un iraniano , una canadese, una messicana e siamo un gruppo leader a livello mondiale”.


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