Anna Lombroso per il Simplicissimus
Perché ? A volte chiedono i bambini e le madri rispondono perché si. È semplice, apodittico, indiscutibile. Siamo una nazione giovane, forse infantile. Diciamoci “perché si” e votiamo si.
Intanto perché i temi referendari sono temi ecologici: due riguardano risorse e beni comuni che vanno tutelati nella loro qualità e nell’accesso equo ed equamente distribuito, la nostra salute e intergità e quella delle generazioni a venire. Ed anche il terzo quesito riguarda la pulizia, la trasparenza e la qualità ambientale della nostra democrazia, cui dobbiamo restituire equilibrio e principi di uguaglianza tra i cittadini.
Si tra tutti i regimi politici, la democrazia è quello che più si piega a creare, nascondere e mimetizzare oligarchie, non me possiamo più di stare a guardare questo gioco a incastro di caste più o meno impermeabili e impenetrabili se non all’ubbidienza ed all’affiliazione.
Ormai siamo tutti talmente abituati ad essere blasè: chi di noi davanti a sconosciuti dalla storia, dalle competenze e dai meriti incerti, o dai demeriti certi (madre inglese, competenza in pulizia dentale, zio famoso, calendario patinato, intermediazione sessuale) occupano posti estemporanei e improbabili per loro e sconcertanti per noi, ci domandiamo: a che cricca appartengono?
Le cricche, i giri sono diventati il nostro malsano ambiente, in essi ci si scambiano protezione e favori con fedeltà e servizi. Questo scambio ha bisogno di materia, risorse da distribuire come prebende e mance, danaro e impieghi, carriere e promozioni, immunità e privilegi. Che si restituiscono a vario titolo, dal piccolo voto (il voto «di scambio»), all’organizzazione di centinaia o migliaia di voti che si controllano in virtù di corporazione, corruzione e criminalità, fino alle prestazioni personali o per interposta persona, soprattutto per sesso interposto.
L’asettico «giro» in realtà è una fogna agitata dalla circolazione di meccanismi di protezione e di favori, di fedeltà e prestazione di servizi, che dietro la festosa apparenza di allegre comunelle alimenta sopraffazione e violenza.
Volevano farci credere che questa distribuzione di piaceri in senso lato, fosse un domestico sostituto della democrazia, una offerta magnanima di benefici di un padrone munifico e bonario che beneficava gli italiani con spettacoli, un milione di posti di lavoro, concorsi a premi, accessibili a tutto il popolo di telespettatori. In realtà si tratta di crogiolo di rivalità e ferocia dove padroni e servi, a tutti i livelli, sono legati da patti opachi tra complici, garantiti da favori e minacce,blandizie, intimidazioni e ricatti si proprio come nelle organizzazioni malavitose.
L’alimento che ha fatto crescere questo sistema sono disuguaglianza e disprezzo delle regole, che hanno fatto lievitare una tolleranza sempre più condivisa dell’illegalità facendo si che si dissimuli dietro quel che resta della democrazia un’abitudine alle violazioni e alle trasgressioni.
Allora domani colpendo il motore di questa macchina potremo colpire un sistema di catene verticali di potere, quasi sempre invisibili e talora segrete, che legano tra loro uomini della politica, delle burocrazie, della magistratura, delle professioni, delle gerarchie ecclesiastiche, dell’economia e della finanza, dell’università, della cultura, dello spettacolo, dell’innumerevole pletora di enti, consigli, centri, fondazioni, eccetera, che, secondo i propri principi, dovrebbero essere reciprocamente indipendenti e invece sono attratti negli stessi mulinelli del potere, corruttivi di ruoli, competenze, responsabilità.
Dimostriamo che non tutto è così che il sistema del patronato e dello scambio di fedeltà non è universale, che qualcuno anziché passare la vita a scalare vette di arrivismo e potere, di servilismo e arroganza, vuole un’esistenza di uomo libero.
Dimostriamo che siamo noi quegli uomini che vogliono essere liberi dichiarando col voto che questa maggioranza non è onnipotente. Che nessuno di noi, nemmeno un presidente del consiglio deve potersi garantire l’immunità dai processi, con spudorate ed indecenti leggi ad personam, che ledono principi di uguaglianza dei cittadini e con esse la costituzione e i capisaldi del nostro diritto. Il legittimo impedimento esiste da sempre nel codice di procedura penale, che prevede l’assoluta impossibilità dell’imputato di comparire in udienza. Ma al premier non bastava: l’inclinazione a stravolgere la normalità oltre che le norme lo spinge in ogni contesto a indurre e favorire misure speciali, leggi eccezionali, poteri straordinari così in quel fumus si generano altra illegalità, altre iniquità, altri favoritismi, altri precedenti per altri nuovi delitti contro la democrazia.
Da anni e anni le preziose risorse del Parlamento e del Governo che dovrebbero essere utilizzate per l’interesse di tutti, vengono dirottate e strumentalizzate per creare leggi ad personam per il Presidente del Consiglio. Nel frattempo altre risorse, quelle della Corte Costituzionale e del Presidente della Repubblica sono state costrette a fermare i danni provocati alla Costituzione da questi provvedimenti incostituzionali.
Se davvero ha cominciato a soffiare un vento facciamogli fare pulizia una volta per tutte dei veleni che hanno contaminato e inquinato gli ultimi anni della nostra storia.