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Ilva di Taranto, si teme la fuga dei Riva per vendetta

Creato il 17 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Gennaio.Mese freddo,mese incerto qui a Taranto.Oggi l’Ilva chiude la portineria D e siamo in attesa di un comunicato.Aspettiamoci qualche mossa,l’ennesima che sara’ dolorosa,ne siamo consapevoli.Con il padrone agli arresti domiciliari,la merce bloccata al porto,i tubi che non andranno piu’ in America,adesso si rischia grosso.Tutto puo’ accadere,tutti siamo consapevoli che una vendetta mascherata da una fuga dalla citta’ jonica,potrebbe essere la risposta alla magistratura.Nelle riunioni aziendali con i sindacati si e’ anche sottolineato questo:il colpevole per Riva e’ la legge,la Todisco e i suoi ordini.

Qualcuno paghera’,e saranno in molti.Taranto si trova a dover decidere per l’ennesima volta se vivere senza di essa oppure accettarla e accettare i compromessi.Intanto la diossina e’ nella catena alimentare,quella catena che come un fantasma e’ dentro ognuno di noi qui.Adesso attendiamo la nota dell’azienda che potrebbe sancire molte cose per il futuro dei lavoratori.

Il Natale e’ passato,i regali per gli operai sono carbone nero,ma i cattivi non sono loro pero’.

Lo scrive il blog “la pozzanghera”, solitamente attento alle vicissitudini dei lavoratori che si trovano in balia di operazioni scriteriate, a Taranto dove l’assenza di una politica umana e lungimirante ha creato danni enormi. Quel che colpisce, per l’inveterata lontananza della politica dalla realtà, è che non trovano molto spazio gli argomenti che riguardano le condizioni di vita delle persone e il lavoro – non i grandi dati macroeconomici che fanno discutere gli economisti di professione nei salotti della tv – ma il lavoro quotidiano anche di chi si trova in situazione difficili se non disperate. Si parla di alleanze, di chi sarà il prossimo presidente della Repubblica, di chi farà il premier o il ministro…. E Taranto interessa o no?

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