Il caso del gigante della siderurgia Ilva ci ha posto di fronte a numerosi problemi cronici della nostra Italia.
La proprietà del colosso ha sempre evitato di avviare bonifiche adeguate degli impianti mentre incassava ingenti guadagni.
Senza adeguati impianti di bonifica l’impatto sulla la salute dei lavoratori e dei cittadini di Taranto è stata ed è devastante.
Una situazione che si trascina da decenni, con il costante silenzio, quando non complicità della politica e spesso anche dei media.
Anzi la dirigenza ha fatto di tutto per nascondere la realtà.
Dalle intercettazioni: I Riva: «Vendiamo fumo, Diciamo che va tutto bene».
Come al solito, nel nostro paese, la dove non arriva o non vuole arrivare la politica arriva la magistratura italiana che fa solo il suo lavoro: accertare reati con l’obbligo per legge di intervenire per tutelare in questo caso il diritto alla salute come previsto dalla nostra Costituzione.
Quindi sequestrato dell’impianto da parte del giudice per le indagini preliminari di Taranto Patrizia Todisco per disastro ambientale. E revocare la nomina della nomina a custode del presidente dell’impianto Bruno Ferrante per conflitto di interessi.
Chiudere l’Ilva vuol dire la perdita del posto di lavoro per miglia di persone e per le loro famiglie e uno smacco per l’industria già debole del nostro paese.
Domani i ministri dello Sviluppo economico, Corrado Passera e dell’Ambiente, Corrado Clini, domani saranno a Taranto in Prefettura.
A partire dalle 11.30 incontreranno i rappresentanti della Regione Puglia, delle amministrazioni locali di Taranto e dell’Autorità portuale.
A seguire, nella tarda mattinata, l’Ilva e nel primo pomeriggio Confindustria e sindacati confederali.
Sempre domani, dalle 8.30, muoverà da piazza Castello, la piazza del Municipio, il corteo promosso dal movimento “Cittadini liberi e pensanti” che si schiera dalla parte del giudice Todisco.
Penso che il problema da focalizzare sia chiedere con insistenza alla proprietà dell’Ilva di dire parole chiare su come intende bonificare l’impianto. Che passi e quanti soldi vuole impegnare in questa operazione. L’unica possibile.
Utilizzando magari i lavoratori per l’eventuale bonifica.
COMMENTI (1)
Inviato il 24 agosto a 21:21
Italia Taranto Genova ecc." ACCIAIO e MORTE " Le varie acciaierie sparse per l'Italia è vero hanno dato del lavoro ma anche MORTI sul LAVORO e NON solo dentro alle ferriere..hanno ucciso anche fuori e inquinato il mare ,terreni e la stessa aria che respiriamo..costretti in turni massacranti e a lavorare in ambienti NON certamente salubri per anni e anni a temperature d'inferno!Anche a Genova..dove prima esisteva cultura e bellezze architettoniche paesaggistico (Vedi fotografie del Castello Raggio e spiagge di Genova Cornigliano) si è lasciato posto a Km. e Km. di ferro rugginoso e cemento, altre acciaierie ferriere sono limitrofe a Genova ed hanno inquinato qui invece che il mare..torrenti e terreni..Senza poi dimenticarsi la produzione Italiana dell'acciaio per produrre MORTE nella Grande Guerra e nel Secondo conflitto mondiale..Fumi e polveri varie di morte..nascoste non dette alle visite mediche agli Operai..c'è chi si è sentito male in acciaieria e mandato FUORI a MORIRE con l'infarto addosso! Caldo infernale..stress, polveri mortali hanno dato lavoro ma uccidendo tante PERSONE, senza contare le moltissime morti bianche e gravi infortuni..insomma un Film dell'orrore continuo che la disoccupazione alimenta con i suicidi in uno Stato che continua politicamente e tecnicamente politicamente a violare la Costituzione Italiana tra i gli Articoli violati spicca sempre l'Articolo UNO e "quando" si lavora spicca la violazione di legge 626 -DL.gs 81/2008 conseguenza di morti e feriti MORTI BIANCHE e INFORTUNI e con la disoccupazione imposta SUICIDI e danni PATRIMONIALI ,ESISTENZIALI e MORALI CONTINUI ! Un Italia che proprio NON va più deve essere denunciata con richiesta danni collettivi alla Corte di Giustizia e dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo! Morando Sergio.