navigati come Craxi,per esempio,che in esilio’ mori’ da colpevole corruttore.
Poi l’avvento di Berlusconi e le sue amicizie scomode per i suoi affari e i suoi gusti privati.
A Taranto,invece,il colosso Ilva sembrerebbe dalle intercettazioni telefoniche,coinvolto in qualcosa di simile anche se per scopi diversi.
La magistratura sta vagliando una serie di telefonate tra uomini fidati di Riva e parte degli organi predisposti a controllare le emissioni in aria del colosso siderurgico, cioe’ l’Arpa Puglia.
Ma scottanti potrebbero essere anche gli intrecci tra il mondo giornalistico locale e i dirigenti stessi ,i quali pur di comprarne i loro favori,potrebbero aver “corrotto” alcuni di loro,tranquillizzando tramite la carta stampata gli animi esasperati degli ambientalisti e della comunita’ locale.E in una intercettazione telefonica Girolamo Archina’ pr dell’Ilva,usando il condizionale parla di “pagare la stampa per tagliarne la lingua”.
Una longa manus sulla citta’ jonica,un concentrato di azioni illegali atte a produrre un clima favorevole all’azienda da espandere all’esterno nei tessuti sociali della citta’ e rendere cosi’ ammissibile la presenza dell’Ilva stessa a Taranto.
Una lotta dura e feroce tra ambientalisti,sospettosi giustamente,e gli organi che diramavano dati sui valori di diossina.
Una regia perfetta che adesso la magistratura deve capire se effettivamente aveva nel tessuto sociale tarantino una presenza deteminante anche grazie a possibili mazzette.
Uno scenario speriamo non veritiero,perche’ se dovesse essere confermato avrebbe risvolti drammatici su uomini e organi ufficiali,dalla stampa all’Arpa stessa.
Adesso piu’ che mai lo scandalo si allarga,come lo fu’ quello di tangentopoli che con l’arresto di Mario Chiesa,dette inizio a una ascesa sempre piu’ imponente di arresti di uomini politici e la scoperta di infiltrazioni di corruzione nel tessuto politico sociale del paese.
Taranto e la comunita’ jonica tremano.I fumi all’orizzonte una volta spariti ci diranno cosa nascondevano oltre all’odore di altoforno e di veleni nell’aria.
Magazine Società
navigati come Craxi,per esempio,che in esilio’ mori’ da colpevole corruttore.
Poi l’avvento di Berlusconi e le sue amicizie scomode per i suoi affari e i suoi gusti privati.
A Taranto,invece,il colosso Ilva sembrerebbe dalle intercettazioni telefoniche,coinvolto in qualcosa di simile anche se per scopi diversi.
La magistratura sta vagliando una serie di telefonate tra uomini fidati di Riva e parte degli organi predisposti a controllare le emissioni in aria del colosso siderurgico, cioe’ l’Arpa Puglia.
Ma scottanti potrebbero essere anche gli intrecci tra il mondo giornalistico locale e i dirigenti stessi ,i quali pur di comprarne i loro favori,potrebbero aver “corrotto” alcuni di loro,tranquillizzando tramite la carta stampata gli animi esasperati degli ambientalisti e della comunita’ locale.E in una intercettazione telefonica Girolamo Archina’ pr dell’Ilva,usando il condizionale parla di “pagare la stampa per tagliarne la lingua”.
Una longa manus sulla citta’ jonica,un concentrato di azioni illegali atte a produrre un clima favorevole all’azienda da espandere all’esterno nei tessuti sociali della citta’ e rendere cosi’ ammissibile la presenza dell’Ilva stessa a Taranto.
Una lotta dura e feroce tra ambientalisti,sospettosi giustamente,e gli organi che diramavano dati sui valori di diossina.
Una regia perfetta che adesso la magistratura deve capire se effettivamente aveva nel tessuto sociale tarantino una presenza deteminante anche grazie a possibili mazzette.
Uno scenario speriamo non veritiero,perche’ se dovesse essere confermato avrebbe risvolti drammatici su uomini e organi ufficiali,dalla stampa all’Arpa stessa.
Adesso piu’ che mai lo scandalo si allarga,come lo fu’ quello di tangentopoli che con l’arresto di Mario Chiesa,dette inizio a una ascesa sempre piu’ imponente di arresti di uomini politici e la scoperta di infiltrazioni di corruzione nel tessuto politico sociale del paese.
Taranto e la comunita’ jonica tremano.I fumi all’orizzonte una volta spariti ci diranno cosa nascondevano oltre all’odore di altoforno e di veleni nell’aria.
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