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Imago Mortis

Creato il 11 aprile 2011 da Giuseppe Armellini
Imago MortisVOTO 6,5
Come si fa a non volergli bene? O.K, se volessimo massacrarlo ci offre abbastanza il fianco ma come si fa a non prendere Alex Amarilla (il protagonista) e dargli un grosso abbraccione? O andare dal regista Stefano Bessoni e fargli un buffetto sul naso? Ci han provato sti ragazzi, e l'hanno fatto con enorme entusiasmo, amore per il proprio lavoro, passione per il Cinema e, soprattutto, tanta genuinità. Poi è normale che uno si fa prendere la mano, perde un pò il controllo, tende a strafare, aggiunge invece di sottrarre e crea pasticci. Il grosso errore di Bessoni è che malgrado dimostri umiltà, abbia tentato di fare subito il colpaccio, il piccolo capolavoro horror forte in tutte le sue componenti, ma non tutti sono Bayona e possono permettersi The Orphanage al primo colpo (tra l'altro con la Chaplin in entrambi i film). Eppure ha idee, passione, eleganza, ottima mano in regia. Mi sembra Lavezzi, giocatorone che eccelle in tutto ma spesso va fuori fase per troppa generosità. Imago Mortis è un profondo omaggio alla macchina Cinema; ambientato in una scuola di di cinematografia racconta con entusiasmo di bobine, fotografie, pellicole e montaggio. Il protagonista trova un macchinario, il Thanatoscopio, ideato nel 1600 da un certo Fumagalli con il quale lo scienziato estraeva dai bulbi oculari di una vittima l'ultima immagine impressa nella retina prima della morte. Il macchinario è conosciuto dai professori della scuola che, saputone il ritrovamento, vogliono impossessarsene. Il film, come accennato, si perde nella trama, si confonde, e fa perdere il filo, sempre che ne abbia uno, più di una volta. Non mancano poi diversi errori, come il film nel film fatto dai professori anni prima montato con tanto di titoli iniziali senza che fosse stato finito (strano...), i luoghi sempre bui in quella che alla fine è un'università in qualche modo moderna, una cricca di professori che sembra uscita da Harry Potter, la ragazza disposta anche ad uccidere per essere regista, un'università che d'impovviso come fosse normale si ritrova un ammasso di morti e assassini. Insomma, si scavalca la realtà, si hanno sviluppi narrativi funambolici e forzati, c'è tanta, ma tanta ingenuità, ma l'atmosfera è ottima, gli attori son bravi, la passione vien fuori. E il protagonista, lo ripeto, lo vuoi abbracciare con quella faccia.(c'è da vedere se è "piagnone" di suo oppure ha interpretato perfettamente la parte). Io son arrivato in fondo senza problemi e aspetto Bessoni con molto entusiasmo alla prossima. Chi l'ha massacrato non ha cuore nè occhio lungo. Oppure, semplicemente, ha visto poco cinema horror italiano.

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