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Immagimondo, i viaggiatori e una mappa dei sogni

Creato il 23 settembre 2015 da Paola Annoni @scusateiovado

Immagimondo, i viaggiatori e una mappa dei sogniA Immagimondo ci andavo già, prima di avere un blog, prima di cominciare a condividere pensieri, viaggi, sogni e altre cose che trovate tra queste pagine.

La prima volta che ci sono stata ho ascoltato i racconti di una ragazza che è andata in Giappone e in Cina in bicicletta. E intendo che è partita da qui, non è che si è caricata la bici in aereo e ha fatto un giro: è partita dall'Emilia e si è attraversata tutto quel pezzo di mondo e di -stan che tendenzialmente ignoriamo.

Ho ascoltato le parole in anteprima di Eddy Cattaneo di quel Mondoviaterra che è diventato un fenomeno editoriale. Disegnava sulla mappa con un pennarello, uscendo dai bordi, seguendo i chilometri fatti a piedi, ricordando episodi divertenti e surreali di quei 467 giorni.

E quest'anno c'ero io, dietro uno di quei tavoli dei viaggiatori che prima mi avevano affascinato facendomi sentire un bego nell'orto. Come si dice dalle mie parti.

Ho voglia di raccontare come è andato questo weekend, perchè è stato un momento di crescita e di bellezza senza pari.

A Immagimondo ho incontrato dei viaggiatori.

Persone di tutte le età che si fermavano incuriosite dalle coloratissime foto colombiane alle mie spalle e da una mappa di sughero appoggiata sul mio tavolo.

Uno dei creativi regali che solo mia sorella riesce a fare.

Ho parlato e ascoltato tanto.

C'erano persone che in Colombia erano già passate, chi invece mi faceva la solita domanda di rito: "ma non è pericoloso?". Non più di qualsiasi altro paese del Sudamerica, non più di qualche quartiere di New York che non spaventa nessuno.

Ho ripetuto le stesse parole un milione di volte, con lo stesso sorriso che mi porto dietro ogni volta che penso all'amore che la Colombia mi ha dato.

E poi chiedevo alle persone di prendere un fogliettino e di segnare sulla mappa il proprio sogno.

"Non basterebbero i fogliettini, li metterei dappertutto"

Più o meno la risposta che mi hanno dato tutti.

E più li guardavo più mi rendevo conto che la gente ha un disperato bisogno di sognare.

C'è chi mi ha chiesto se poi gli pagavo il viaggio (magari avessi i soldi!), se vincevano qualcosa (un segnalibro di scusateiovado non era abbastanza!). se era un ricatto per far segnare il loro nome per la mailing list (no, decisamente, e se pensi così non voglio che mi leggi), chi mi ha detto un no urlato (con conseguente risata di tutti i presenti).

Ma la cosa bella è che la gente era curiosa e divertita.

Cercava di mettere la puntina con il proprio nome più lontano possibile, se nel loro posto da sogno c'ero già stata gli davo qualche consiglio, mi sono fatta raccontare il loro sogno, il motivo, il perché dietro la scelta.

Ve lo assicuro, è stato BELLISSIMO.

Ogni tanto mi spostavo dal tavolo e li guardavo da lontano, mettere la puntina senza dover subire la mia valanga di parole.

Mettevano il loro sogno sulla mappa, un sorriso, la fuga.

In due giorni ho viaggiato per ogni angolo del pianeta attraverso le parole degli altri, ho pensato di cambiare la mia bandierina almeno 1000 volte. Perchè quando senti una persona che desidera ardentemente di andare in Canada, anche tu vuoi essere subito parte di quel desiderio.

C'è chi mi ha segnato la Kamchatka (sì, l'idea era partita da Risiko), chi Varanasi (anche se ha messo poi la bandierina sulla penisola del sudest asiatico).

I più spassosi devo ammettere che, però, sono stati i bambini. Avete idea di quanti hanno messo il loro nome sul Madagascar? Tantissimi.

Ma non solo. Tutti mi hanno chiesto almeno 2 volte "posso metterne un altro?"... Potevo dirgli di no? Potevo dirgli "no, un sogno solo!"? E così i figli di Letizia hanno messo qua almeno 10 destinazioni sparse qua e là, che sperano si trasformino alla svelta in desideri da realizzare.

Ho riempito una mappa. ho finito i foglietti, le puntine, ho dovuto ritagliare un cartoncino, mi è toccato attaccare molti sogni con lo scotch.

Ho dispensato sogni, perchè i viaggiatori che venivano a raccontarmi la loro storia, hanno fatto lo stesso con me.

Mi dispiace blogger, i viaggiatori sono fatti di un'altra pasta.

Ho pensato a lungo a questa differenza. Troppo spesso vedo chi si è esalta e si sente un super esperto di un posto dopo aver fatto 3 giorni di blogtour in un resort 5 stelle o che parla di un paese proclamandosi indiscusso conoscitore del territorio dopo un giretto di una settimana.

Tanto per capirci, l'anno scorso siamo stati nello Utah, e dopo 6 volte ancora Gianni scovava cose nuove, continuava a stupirsi a tirar fuori dalle guide parchi e angoli che aveva ampiamente saltato. Dopo 6 viaggi dei suoi [ndr il livello di intensità medio dei suoi viaggi è extreme!].

Ho parlato con viaggiatori di tutte le età, e la frase che ho sentito più spesso è stata "ne ho visto solo un pezzettino, vorrei tornarci"... Perchè quando ti piace un paese non ti basta mai, e vuoi tornarci, ancora e ancora finchè quella terra non profuma di casa.

C'è chi mi ha raccontato la Birmania di 30 anni fa, e la Colombia di 15 anni fa e chi mi ha spiegato dettagliatamente un itinerario che farà a breve e io sono stata ad ascoltarli tutti, con un maledetto desiderio di seguire le orme di quelle persone.

E poi è arrivata una ragazza colombiana, di Bogotà, che mi ha ringraziato così tante volte da perdere il conto.

Ho amato la sua terra, ho amato raccontarla, anche se ho visto veramente poco di quel mondo e ho raccolto più informazioni di quelle che ho dato.

Ho capito che gli adulti sognano troppo poco e che i bambini con i genitori viaggiatori hanno una mente indescrivibilmente più aperta, ho scelto di non guardare il telefono e di assorbire tutta la bellezza delle amiche viaggiatrici che mi stavano intorno, di bere bicchieri di vino offerti dagli stand accanto, di essere orgogliosa dei successi di altri e ho capito che spesso le persone hanno un disperato bisogno di amici.

Ho capito da che parte voglio stare, quella dei viaggiatori.

Immagimondo, i viaggiatori e una mappa dei sogni


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