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Immagina (puoi)

Creato il 06 febbraio 2013 da Annalife @Annalisa
formato kindle tra superstizione e mondiali

formato kindle tra superstizione e mondiali

Spinòsa è un piccolo paese arroccato sulla Murgia pugliese, circondato dal nulla, senza contatti con il mondo esterno, fuori dal tempo e dallo spazio, sul cui sfondo si muovono personaggi ambigui, patetici e inquietanti. Qui, nel giugno del 1986, si abbattono con inaudita violenza eventi in apparenza scollegati fra loro: un’ondata di grave siccità che mette in ginocchio la povera economia del paese, un bambino vittima di possessione diabolica, un’inspiegabile invasione di corvi, infine un efferato omicidio.

Sono un po’ in imbarazzo, dopo aver letto tante recensioni che esaltano contenuto e stile di questo (bel) romanzo. Sì, perché non è male la storia, né la capacità di ambientarla in un luogo (paesino del Sud Italia) e in un tempo (il 1986) che sono ormai lontani e che, nella campagna barese, sembra precipitare ancora più indietro nel tempo. Ecco, non è male, ma ci sono alcuni inciampi e alcune freddezze che guastano a volte la lettura:
intanto, il sovraccarico di riferimenti culturali, sportivi, politici, che non sempre sono necessari, quasi che l’autore volesse essere ben sicuro, ad ogni pagina, che non ci dimentichiamo il “quando” siamo;
poi alcun particolari (primi fra tutti i corvi) che preludono al… nulla, nel senso che ci sono, sembra che, arrivano, assaltano, se ne vanno e amen, non ci sono più, senza spiegazione;
UN singolo particolare (nei capitoli in corsivo, di narrazione interiore di quell’osservatore che si rivelerà soltanto alla fine) che è in realtà un po’ inganno: nella volontà chiara di NON farci capire chi è che “immagina” (i corvi del titolo e tutto il resto) e se li racconta, ecco, l’autore usa uno scambio che non ha ragione di essere (se non per il fatto che vuole depistarci, ma questo è, appunto, un trucco, e non posso dire di più senza rivelare il particolare, che non è neppure, poi, così fondamentale);
le lodi continue alla superiore intelligenza del commissario mandato a indagare, che dopo un po’ stufano (eh, abbiamo capito che è un genio dell’investigazione) e a volte arrivano completamente a sproposito (come se arrivasse e si accorgesse che uno è morto, o che l’altro ha raccontato una balla: ce ne siamo appena accorti noi, siamo dei geni anche noi?);
infine, alcuni errori di scrittura che io, ahimè, trovo imperdonabili: la virgola (ripetuta) inutile ed errata tra soggetto e predicato, ad esempio. Grrr.
Per il resto, ricordiamo che la trama, fitta e intricata, è tenuta bene tra le mani dell’autore (anche se a volte la messe di personaggi sembra essere inutilmente ricca e complicata, anche se c’è una morte che trovo poco utile all’economia della storia), e che il finale (che piaccia o no) è col botto.

bonus: scaricabile gratuitamente su Amazon o sul sito dell’editore



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