Immaginazione ed Accettazione. Il Nero Perfetto. Stanza n.4

Da Lemat @LeMatPercorsi
 by Matteo Ficara

Cari amici lemattiani,
dopo una breve pausa, torniamo al percorso SdI – “Le Stanze dell’Immaginazione” e lo facciamo entrando nella Stanza n.4, del “Rumore Assordante”, dedicata interamente a raggiungere un grado di rilassamento e pace interiore che chiamiamo di “Accettazione”.

Che cosa intendo con “Accettazione”?
Andiamo a vederlo…

L’Accettazione di cui parliamo in SdI è il NON-attaccamento.

Parlare di non-attaccamento è, ancora, abbastanza criptico, dato che potremmo chiederci di nuovo: “Non-attaccamento a che cosa?”.
Al TEMPO in particolar modo!

1. Non-Attaccamento al Passato

Se avete letto qualche opera di Carlos Castaneda (in questa pagina de “IlGiardinoDeiLibri” ne trovate alcune), sapete bene a che cosa fa riferimento il concetto di “abbandonare la propria storia personale”.
Quando incontrai questo concetto per la prima volta (circa 5 o 6 anni fa), ne rimasi esterrefatto!
Per chi, invece, non avesse ancora avuto modo di “incontrare” maestro Castaneda, posso dire – in breve – che questo tipo di “abbandono” riguarda il proprio passato.

Perché?
Perché fintanto che crederemo di essere quello che siamo in base a quello che ci è successo, stiamo chiudendoci ogni possibilità di un presente miracoloso!
Basta rifletterci un attimo: andare avanti con “più cose” equivale ad essere maggiormente zavorrati, lenti e… dipendenti dalle cose stesse!
L’individuo veramente libero, difatti, è colui che basta a se stesso.

Ma, vi prego, non fidatevi, mettete alla prova quanto vi dico e fatelo, or ora, con questa domanda:

Offre più possibilità il passato o il futuro?
Probabilmente avete risposto “il futuro”, difatti nel passato non possiamo più operare delle modifiche, mentre nel futuro – ovvero il tempo che “ancora non è” – possiamo immaginare veramente ogni cosa!

Credere “troppo” nel proprio passato, impedisce al presente di farsi inondare di tutte le possibilità che ci attendono nell’avvenire.

Per cui, il NON-attaccamento al passato è la capacità di lasciare andare la propria storia personale, al fine di lasciare – come piace dire a noi di LeMat – la finestra aperta all’Universo, perché porti notizie fresche ed operi i miracoli.

Altre riflessioni sul non-attaccamento al passato le potete trovare nell’articolo “Il Potere dell’Immaginazione – estratti dal seminario”, in particolar modo all’interno del ragionamento su “Archetipo e Simbolo”.

Ma andiamo avanti…

2. Non-Attaccamento al Presente

Il secondo tipo di NON-attaccamento è rivolto al presente e lo chiamiamo Giudizio.

Se dovessi chiamare in causa qualche filosofo, qui, pronuncerei sicuramente il nome di Immanuel Kant, che, in “Critica della Ragione Pura”, definisce con la parola “giudizio” il momento culminante di un ragionamento in cui, anche inconsapevolmente, addizioniamo alcuni elementi tra loro, seguendo alcune caratteristiche fondamentali (come la causa-effetto), per tirarne fuori un solo elemento.

Ecco un esempio:
tornando da Recanati a Macerata, Lara ed io vediamo dei sacchetti nylon colorati fuori delle porte di periferia.
Lara esclama: “A Recanati hanno portato la differenziata anche in periferia”.

Che cosa è successo?
Abbiamo preso dei fatti/elementi (c’erano dei sacchetti colorati) ed abbiamo compiuto con loro un ragionamento/sommache ci ha condotti ad un giudizio/risultato.
“Giudicare”, quindi, non chiama in causa la scoperta (ovvero il movimento verso l’apertura, il futuro, ciò che ancora non è), bensì è un rimescolare le carte del mazzo.

Il risultato di questo gioco?
Che la nostra realtà non potrà mai essere diversa da come la viviamo tutti i giorni e, più in piccolo, saremo chiamati a sbagliare valutazione molte volte (dato che la vita non è mai uguale a se stessa).

Il giudizio è il movimento naturale della mente razionale.
Eliminarlo sarebbe equivalente a “sragionare”. E’ bene che ci sia.
Noi possiamo, però, imparare il NON-attaccamento al giudizio/presente.
Che significa: imparare ad accettare che i nostri giudizi possano essere erronei.
O, meglio ancora, che possono essere, ALLO STESSO TEMPO, giusti e sbagliati.
In questo modo lasciamo lo spazio di intervento alla novità, all’Universo, appunto.

3. Non-Attaccamento al Futuro

Il futuro, quel “qualcosa che ancora non è”, ha sempre esercitato, su di me, un fascino incredibile…
Al di là dal dirvi quanto l’Immaginazione sia collegata al futuro, voglio qui parlarvi della capacità di accettare che il nostro futuro possa essere diverso da come lo abbiamo sperato.

Usando le parole usate finora, diremo che andiamo a vedere il NON-attaccamento alle aspettative.

Capita spessissimo, infatti, che queste prospettive gettate nel futuro, si basino su conoscenze, fatti e vincoli derivanti dal passato. In particolar modo, quando ci basiamo sul passato “speriamo” e quando ci basiamo sul presente “organizziamo progetti ed obiettivi”.

Quale verbo usiamo, più spesso, quando pensiamo al futuro chiamando in causa il futuro?
Beh… desideriamo!

Il de-siderare (al cui riguardo trovi altre info su “Il Potere dell’Immaginazione – estratti dal seminario” ed anche su 101 desideri per il 2012) significa proprio “guardare alle stelle e cercare di raggiungerle”.
Il desiderio, quando non è una voglia dettata da capricci, è una forma di espansione del nostro essere e, spesso, è manifestazione dell’effetto dell’Immaginazione in noi.

Il NON-attaccamento al futuro, come per i precedenti, non ci insegna a diniegare speranze e progetti, ma ad accettare che possano anche non avverarsi.

Perché farlo?
Perché soltanto una volta che avremo vissuto (visualizzandola) la sensazione di successo (= ciò che è accaduto) e di insuccesso, potremo accogliere altre possibilità. Usando la tecnica del Nero Perfetto (accettare successo ed insuccesso allo stesso modo – in questo articolo trovi altre info, se vuoi: Desideri ed Accettazione. La tecnica del Nero Perfetto), facciamo capire all’Universo che siamo pronti ad accettare ogni possibilità.

Dato che l’Universo ci ama, col Nero Perfetto, attrarremo nella nostra realtà la migliore delle possibilità per noi.
Anche al di là delle nostre più rosee aspettative, infatti, esiste un mondo pieno di possibilità che… non immaginiamo neanche! ^_^

4. L’arredamento

Nella Stanza n.4, “del Rumore Assordante”, troviamo solo… UNA CASCATA!

Ecco perché tutto quel rumore!

Difatti, la cascata ci aiuta ad entrare ancora più profondamente in noi stessi, ci facilita l’esclusione del rumore esterno e, per chi segue le istruzioni della discesa, l’acqua potente che massaggia la nuca, ci aiuta a purificare il pensiero.

Inoltre, sopra quel piccolo “sasso” bianco, tondo e ben levigato, potremo operare in pace la nostra tecnica del Nero Perfetto, per raggiungere un punto di equanimità rispetto a presente, passato e futuro!

Per cui… restate collegati per la prossima Stanza, la n.5 “del Potere Personale”.

Matteo Ficara, LeMat

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