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ImmobiLibia

Creato il 24 febbraio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

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Che sta succedendo in Libia? Se lo chiedessimo a Frattini probabilmente non saprebbe rispondere (o forse sì, pare che l’abbiano informato ultimamente. Le notizie gli arrivano in differita ma gli arrivano,tranquilli), ma naturalmente noi non siamo Frattini (Deo gratias!).

Com’è ormai noto, la Libia è il terzo Paese nordafricano che, dopo Tunisia ed Egitto, sta provando con forza a liberarsi del dittatore che da quasi mezzo secolo spadroneggia incontrastato: Muammar Gheddafi.

La situazione è però ben diversa. Sia Ben Ali che Mubarak hanno lasciato relativamente presto le loro cariche, il raìs non ci pensa nemmeno. Come lui stesso ha dichiarato, lui non ha nessuna carica, non può dimettersi e perciò morirà da martire. Ed infatti la situazione è decisamente peggiore rispetto a Tunisia ed Egitto: questi hanno contato complessivamente circa 200 vittime, mentre in Libia, secondo l’emittente Al Arabiya, lo spaventoso bollettino della furia di Gheddafi sarebbe ormai giunto a 10 mila morti

La sostanziale differenza tra la gestione della crisi da parte del leader libico sta nella sistematicità della repressione: servendosi di mercenari (l’esercito ordinario si è in parte rifiutato di prendere parte a bombardamenti e repressioni), spara senza remore sui manifestanti, lancia razzi RPG (razzi anticarro,ndr) e bombarda i manifestanti, persino durante i funerali. Ultimamente pare, notizia non confermata, che siano iniziati i rastrellamenti casa per casa, ai danni degli oppositori del regime.

D’altronde Gheddafi lo schizofrenico, l’ipocondriaco, il paranoico, ha un terrore folle tanto della morte quanto di perdere il proprio potere. La possibilità di giungere ad un accordo, di far ragionare il raìs è dunque minima. Con un individuo che ordina di bombardare i pozzi di petrolio del suo stesso Paese, per mettere in ginocchio il suo eventuale successore, ora che sembra più che improbabile che l’erede possa essere uno dei figli, effettivamente discutere potrebbe risultare inutile. Gheddafi è un pazzoide, questo era ben noto a tutti (anche allo Stato italiano che ha venduto armamenti per oltre 110 milioni di euro nel 2010 ad esempio).

Quello che stupisce è il sostanziale immobilismo delle potenze occidentali, sovranazionali e non. Tralasciamo l’Italia che, nonostante il suo rapporto privilegiato con la Libia, è riuscita ancora una volta a mostrare tutta la propria inutilità sul piano internazionale: Frattini pensa esclusivamente alla gestione del probabile flusso imponente di immigrati prossimo ad abbattersi sulle coste italiane, mentre Berlusconi addirittura non voleva, inizialmente, dare un colpo di telefono all’amico di bunga-bunga per non disturbarlo.

Ma le potenze che contano, non i Paesi-barzelletta, che cosa fanno? L’Onu ha condannato le violenze e chiesto di interrompere la repressione, ovviamente senza discutere di minacce o possibili sanzioni, ma intanto eravamo già giunti al Consiglio di Sicurezza del 22 febbraio. Colpevole ritardo, le violenze sono iniziate ben prima. Notizia di oggi che anche Amnesty International accusa le istituzioni internazionali di abbandonare il popolo libico.

Anche Obama ha preso il coraggio a due mani e ha deciso, in ritardo persino rispetto all’Onu, di dichiarare vergognosi ed inaccettabili i provvedimenti presi da Gheddafi per sedare le rivolte. A pensare male ci si può chiedere se questo intervento dipenda dal fatto che la rivolta in Libia abbia fatto crescere notevolmente il prezzo del petrolio, ma noi pensiamo male?

Continuando a pensare male si potrebbe arrivare alla conclusione che l’immobilismo delle autorità occidentali (portatrici di pace e democrazia in tutto il mondo, dei modelli di perfezione, angeli del bene) sia dovuto agli ingenti interessi economici che girano intorno alla Libia e dal fatto che sarebbero pressoché da ridefinire tutti i rapporti commerciali in caso di destituzione di Gheddafi. Ma vogliamo veramente pensare male? Possibile che vengano anteposti interessi di questo genere alla vita di decine di migliaia di persone, al rischio di una guerra civile sanguinosa e violentissima?

Decidete voi, avrete imparato qualcosa dalla storia immagino.

Ban Ki-moon/Obama,se ci siete, battete un colpo.


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