...c'è che ieri ho scritto veramente un post miserrimo...
...che non sarò la Fallaci, ma qualcosa di meglio lo so fare io pure!
A tal proposito, ieri, un cliente, mi ha fatto i complimenti per il mio modo di esprimere,
e per l'accuratezza del mio vocabolario...
Mi sono alzata di una trentina di centimetri!
Manco se m'avesse detto che sono una bella figa, sarei stata altrettanto soddisfatta di me stessa, e pregna d'orgoglio!
Ciò posto, non è ch'io abbia poi grandi cose da raccontare e raccontarvi...
Giusto per non lasciarvi a corto di parole, ricordo uno dei punti più controversi della mia analisi, quando lo Strizza, sbaragliando le imposizioni della mia rigidità, mi impartì una lezione: smettila di compiacere.
Fai quello che vuoi, e scegli ciò che ti fa stare bene.
Io son sempre stata ligia: accettare inviti scomodi, pormi nella condizione di accettare persone e situazioni, solo nel nome della buona educazione. Non tutte le cose che ho fatto mi hanno divertita, non tutte le cene e le serate organizzate da terzi, sono state uno spasso, non tutti i compleanno i caffè le merende hanno avuto il bollino con la faccina che ride. Anzi...Ma non cambiavo rotta.Andavo avanti forte di un'educazione, dietro la quale si parava il desiderio di accettazione, una sorte di fardello karmico di responsabilità auto-indotta. Ci ho messo qualche anno, ho preso qualche [altro] palo nel sedere, ho perso peso, tagliato i capelli ed incrementato il mio guardaroba, ma ci sono arrivata!Non solo il mondo procede, bene, anche senza l'intervento e la presenza della sottoscritta, ma io funziono decisamente meglio, da quando non assecondo ma decido. Passo la pausa pranzo con due vecchi amici del liceo, Beba e Nuzzo, e me la rido, e sono spensierata, e mi girano le palle, pensando che non posso bighellonare con loro ancora un po', ma devo andare al lavoro...
Che io la bella vita la approvo, ma che vivere è bello, lo sto imparando...
Quindi, quando i clienti mi dicono che me la spasso,
che lavoro poco, che sono sempre senza pensieri,
la Patalice di oggi li guarda e risponde:
" E' proprio vero!
...e se potessi, farei ancora meno, e me la spasserei ancora di più!"
Da questo principio partendo, ho scoperto che chi soffre del complesso di Atlante [reggere il mondo sulle proprie spalle n.d.r.] come me, a fare quel cavolo che gli pare, rischia di vivere veramente meglio!
Che le mie battaglie da combattere le ho, grazie!
Ma quali siano le battaglie da catalogare come "mie",
lo decido io, ed io soltanto, grazie!
....maturità dei 30 anni... sto arrivando!