Posted on mar 13, 2013
UNO su 500 – Storia del segnalibro FILA
Catalogo ragionato con indici di rarità e valutazione economica di Alessandro e Michaela Merseburger.
Il catalogo è completo degli esemplari prodotti da FILA, che nel nostro paese sono diventati sinonimo di segnalibro. Elencate in ordine cronologico, le serie appaiono a colori in tutti gli esemplari conosciuti, scala 1:1. Dove necessario con l’evidenziazione delle differenze tra i diversi stampatori. Il titolo del volume UNO SU 500 è un doveroso tributo al Pugilato, il pezzo più raro e ambito. Due sezioni sono dedicate ai segnalibri, spesso molto belli, delle aziende direttamente concorrenti nella produzione di matite o affini per tipologia di prodotti.
Tra questi spiccano, per quantità e qualità, quelli della BO FIM di Torino e della Augusto Leonhardi di Bologna. Un capitolo a parte illustra altri strumenti promozionali cartacei particolarmente interessanti e vicini ai segnalibri. Vi trovano una meritata vetrina, orari scolastici, calendari delle lezioni, formulari di geometria, album da colorare, ecc…
Di particolare interesse, sia per i collezionisti sia per quanti, in modo amatoriale o professionale, gravitano nel mondo dei mercatini e delle aste on-line, è la valutazione della rarità delle singole serie e una loro stima di valore economico. Alle diverse serie è stato attribuito un indice di rarità, in sei classi, con relativo intervallo di prezzo basato sull’esperienza del biennio 2009/2011.
INDICE dei CAPITOLI
- Introduzione
- Il segnalibro nei secoli
- FILA l’azienda
- Le serie del Ventennio
- Belforte e Carlo Romanelli
- Le serie Grandi italiani e Maschere
- Le serie da 16 e 40 pezzi (4 x 4 e 4 x 10)
- Le serie da 40 e 60 pezzi (4 x 10 e 4 x 15)
- Segnalibri “grandi” del dopoguerra
- Segnalibri “piccoli” del dopoguerra
- Le serie K2 Panorami e Sport umoristici
- Segnalibri di altri produttori di matite
- Segnalibri di altri produttori di cancelleria
- Materiale promozionale vario
- Tabelle riassuntive
I segnalibro dedicati a Giuseppe Verdi e alla sua opera Il trovatore
I segnalibri in cui compare la città di Verona, nella serie Panorami d’Italia: due volte il Ponte Scaligero di Castelvecchio e il segnalibro K2 con il Ponte Pietra
Anno: 2012Pagine: n°176 (tutte a colori) – dimensioni 30 x 21 cm
Rilegatura: brossura cucita filo refe
ISBN: 978-88-906824-0-7
Prezzo di copertina: 24,00 €
Segnalibri
Breve storia della collezione
La storiografia ufficiale indica nel 1584 la data di nascita del segnalibro. Sembra che un certo Christopher Baker abbia presentato alla Regina Elisabetta I un segnalibro fatto probabilmente di seta. Doveva essere una sottile striscia. Nella realtà il segnalibro è nato molto prima. Almeno a vedere le opere pittoriche. Nel Polittico San Giorgio di Carlo Crivelli (Londra National Gallery) sono ritratti i Santi Pietro e Paolo. Hanno due testi sacri e da uno di essi emerge, inconfondibile, l’immagine di un segnalibro. Siamo nel 1470. E si potrebbe continuare così con altre opere. Che il segnalibro dunque sia esistito ben prima di quanto affermato da molti credo che sia una cosa evidente, insita nelle cose. Laddove esisteva un libro, un tomo, esisteva sicuramente la necessità di prendere nota di una pagina, di un capitolo. Come fare? Con una parte di pergamena inutilizzata, con una strisciolina di stoffa oppure con chissà quale oggetto. Probabilmente tutto questo era presente anche molto tempo prima nelle pergamene arrotolate. Ma qui la tesi è più ardita.
L’evoluzione del segnalibro è stata rapidissima con la definitiva affermazione intorno al 1800. Uno storiografo ha individuato varie epoche nell’evoluzione di questo utile strumento di lettura.
A.W. Coys (Collecting Bookmarkers) divide, infatti, la storia del segnalibro in quattro periodi:
- Ribbon (nastro) dal 1850 al 1880
- Victorian Advertising dal 1880 al 1901
- Pre world War I (prima della Prima guerra mondiale) dal 1901 al 1914
- Publicity and Greeting dal 1914 ad oggi.
Pur se nell’ottica anglosassone, è tuttavia una fondamentale base per capire l’evoluzione del segnalibro.
Per rimanere nel nostro paese l’influenza dello stile liberty è stato decisivo: per lo più con immagini femminili, molti erano fatti con del cartoncino. Indubbiamente belli nel loro disegno.
Nel ventennio si è affermato anche come strumento di propaganda politica.
E siamo arrivati ai giorni nostri, ai bei segnalibri della nostra infanzia. Come non ricordare gli ormai mitici segnalibri Fila? Erano il premio ricercatissimo negli astucci delle matite. Sono ancora oggi oggetto di numerosi scambi.
Oggi il segnalibro è utilizzato per i più svariati scopi. Si va dalla pubblicità dei libri, alla biblioteca che ci ricorda, appunto con un segnalibro, quando dobbiamo riconsegnare un libro. E ancora è utilizzato per pubblicizzare ogni tipo di prodotto o servizio. Anche le forme si sono evolute. Da rettangolo più o meno grande dell’origine, nel tempo ha assunto le forme più diverse e strane. Alcune volte si fa fatica a vedere in qualche forma bizzarra l’essenza del segnalibro.
L’ultima evoluzione è il Post-it. Non è un errore tipografico. Si tratta proprio di quel quadratino giallo così comune ai nostri tempi. Si narra, infatti, che Art Fly, ingegnere della 3M, stanco di perdere i segnalibri che teneva nel testo dei canti della chiesa, si decise a rispolverare un vecchio progetto di un suo collega ed inventò il Post-it. La caratteristica di potersi attaccare e staccare risolveva il problema a Fly.
Aneddoti e curiosità popolano il mondo del segnalibro. Si narra che Einstein usasse come segnalibri delle banconote di grosso taglio. Più stravagante, invece, l’usanza di utilizzare sardelle di salame attribuite al dotto bibliotecario Antonio Magliabechi (L’abate Gaetano VOLPI nel suo “Furore d’aver libri).
In questo campo come non ricordare Alessandro Manzoni quando ci descrive Don Abbondio nei Promessi Sposi? “Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628, don Abbondio, curato d’una delle terre accennate di sopra: il nome di questa, né il casato del personaggio, non si trovan nel manoscritto, né a questo luogo né altrove. Diceva tranquillamente il suo ufizio, e talvolta, tra un salmo e l’altro, chiudeva il breviario, tenendovi dentro, per segno, l’indice della mano destra“.
Richiamandosi a questo episodio dei Promessi Sposi, la Perugina ha stampato (illustrazione di Federico Seneca) negli anni 30 un bel segnalibro.
Sono questi solo alcuni degli aneddoti. In tema di curiosità, invece, forse non molti sanno che a Roma c’è una fontana dove l’acqua sgorga da segnalibri (in pietra naturalmente). Nel rione Sant’Eustachio (via degli Staderari), l’architetto Pietro Lombardi ha creato la Fontana del libro. Nel travertino sono scolpiti quattro libri dai quali spuntano due segnalibri. Da questi sgorga l’acqua che si raccoglie in una vasca circolare. Si tratta di una delle 8 fontanelle rionali che l’architetto Lombardi ha costruito nel periodo tra il 1926 ed il 1929 su richiesta del Comune di Roma. Altra curiosità è l’interessante iniziativa editoriale da parte della Full Color Sound. Di cosa si tratta? Questa casa editrice pubblica dei microracconti su segnalibri. In altri termini, ogni segnalibro è un microracconto da 800 battute. Non solo quindi uno strumento per ricordarsi la pagina del libro che stiamo leggendo, ma un vero e proprio mini libro da leggere tutto di un fiato. Nell’arte il quadro considerato da alcuni il simbolo del segnalibro è Il bibliotecario di Giuseppe Arcimboldo: siamo nel 1566.
Criteri di catalogazione
Azzardare una catalogazione dei segnalibri è un’opera complicata. C’è chi li ordina per editore, chi per premio letterario o manifestazione libraria, chi per oggetto o per soggetto (esempio tutti quelli che hanno immagini di gatti), chi per paese. Insomma una casistica enorme che credo non possa essere razionalmente ricondotta ad un organico sistema di classificazione. Forse proprio questa caratteristica rende affascinante questa collezione.
La diffusione della collezione
Raccogliere segnalibri è un hobby molto diffuso in Francia, Spagna e in Germania. In Italia non è ancora un fenomeno di massa. Da noi è orientato verso la collezione di segnalibri dei tempi passati o antichi. Per terminare: come si raccolgono i segnalibri. La prima fonte, naturalmente, sono gli editori che stampano a getto continuo segnalibri e che a volte sono anche disponibili a mandarvi qualche copia. Poi ci sono gli scambi tra collezionisti. Altra occasione di raccolta sono le varie manifestazioni librarie. Finisce qui questa brevissima narrazione del segnalibro. E’ un mondo pieno di fascino tutto da scoprire. Per saperne di più potete iniziare da questi indirizzi internet:
- http://www.miragebookmark.ch/wb_exchange_bookmarks.htm
- http://marque-pages.club.fr/index.html
- http://perso.wanadoo.fr/marque-pages/