La prima volta che sentii nominare Kapuscinski feci difficoltà a ricordarne il nome; me lo consigliò qualche anno fa un’amica con la passione per il reportage e la cronaca storica. Nemmeno lei si ricordò da subito l’autore e mi lasciò un titolo, Imperium. Un titolo conciso e piuttosto sicuro di sé, che il ragazzo in piedi a fondo tram regge tra le mani con sufficiente fermezza. I piedi, più titubanti, cercano l’equilibrio mentre il tram svolta e frena. Sobbalza, ma non lascia la presa. Lancia uno sguardo in avanti, quasi a rimproverare la distrazione al conducente. Nonostante i posti a sedere liberi, se ne resta in piedi con un fianco appoggiato all’obliteratrice, la tracolla che scende sull’altro. Le folte sopracciglia scure quasi si uniscono sulla fronte corrugata, forse in un pensiero, forse nello sforzo di seguire il filo dello scrittore attraverso luoghi di difficile sillabazione.
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