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"Impero light" di Michael Ignatieff / Un libro e un autore da rileggere

Creato il 11 maggio 2012 da Marianna06

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Questa raccolta di saggi di Ignatieff,docente universitario in Canada e negli Usa, pubblicato qualche anno fa, i cui testi  erano stati già proposti, in precedenza, sul “New York Times Magazine”, merita una rilettura in tempi d’incertezza e di caos politico odierno un po’ dappertutto a livello- mondo.

Esso si apre con un paragone tra gli Usa ,i cui scricchiolii quanto a stabilità per via di una finanza “ballerina”, oggi sicuramente più di ieri, si fanno purtroppo sentire e sono noti a tutti, e il tardo impero romano.

E, sia pure con riferimenti per  noi certo in parte datati, racconta e analizza di Bosnia, di Kosovo, di Afghanistan, per poi parlare dei rapporti Unione europea- Stati Uniti,di quell’ambiguo “affare” che spesso sono gli aiuti umanitari e del difficile processo di costruzione-distruzione dello stato-nazione.

L’impero americano-scrive Ignatieff – esistente fin dai tempi di Roosevelt , gli americani si ostinano politicamente a credere di non averlo. E questo impero senza colonie, si fa per dire, visto che è presente, lì dove essi sono, un diverso tipo di colonizzazione ma colonizzazione comunque, è dunque “leggero”.

Appunto “light.

E la questione autentica quanto la più importante, per non dire cruciale, è- si chiede l’autore- quanto esso-impero sia davvero in grado di portare a termine il proprio lavoro. Di dare garanzie di affidabilità e sicurezza.

Il libro è stato scritto dopo gli eventi dell’11 settembre e naturalmente del crescente e montante  progressivo pericolo islamista.

La prospettiva poi diviene sul serio inquietante quando si  riflette sul fatto non trascurabile che la schiacciante superiorità militare Usa non è affatto sinonimo di sicurezza.

L’impero umanitario, il mondo libero democratico, l’occidente cristiano per poter essere hanno bisogno di ordine, leggi, procedure ,sistemi di difesa che solo il singolo stato può garantire.

Un libro, insomma, che provoca e consente di dibattere posizioni differenti e magari  anche contrapposte. Per individuare  modalità di percorso socio-politiche praticabili in situazioni a dire il vero attualmente ancora più complesse  rispetto al 2003, anno di pubblicazione in Italia del libro di Ignatieff presso l’editore Carocci.

Nel 2006 però ,sempre Ignatieff, che è figlio di un immigrato russo riparato in Canada a suo tempo, scrive “Il male minore”, un saggio breve,pubblicato da “Vita e Pensiero”, dove s’interroga sulla validità o meno di combattere il terrorismo con le tecniche del terrore oppure la violenza con la violenza.

E il tema qui è squisitamente etico. Riguarda la collettività nel suo insieme,che non deve mai disgiungere saggezza politica, conoscenza dei fatti storici e una certa idealità indispensabile.

Anche questo breve testo potrebbe essere, a mio parere, una stampella aggiuntiva quanto indispensabile in un momento critico in cui urge riflettere su certi diritti e doveri politicamente intesi.

Michael Ignatieff è direttore del Carr Center per i diritti umani all'università di Harvard.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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