Un settore tra i più colpiti dalla scure fiscale della manovra di Mario Monti, detta “Salva Italia”, è senz’altro quello degli immobili. La reintroduzione dell’Ici sulla prima casa (che si chiamerà Imu) e l’inasprimento della tassazione sulle seconde case, nonchè la rivalutazione della rendita catastale, causerà di conseguenza il venir meno della convenienza dell’investimento negli immobili. A tutto questo è da aggiungere il nuovo tributo su rifiuti e servizi che entrerà in vigore dal 2013 e che sostituirà la Tarsu. E’ chiaro che tutti questi interventi peseranno non poco sui proprietari di case, utilizzate come abitazione, e su chi ha investito in immobili per ottenere un rendimento.
Per quanto riguarda gli investimenti finanziari, cambia totalmente, dopo cinque mesi di vita, il complesso dal Governo precedente. Verrà sostituito da un nuovo sistema di tassazione che prevede, dal 1 gennaio 2012, un’imposta di bollo dello 0,10% (lo 0,15% dal 2013) che sarà applicata sul
valore di mercato (non più sul valore nominale) di tutti gli strumenti finanziari, anche quelli non inseriti in modo obbligatorio nel deposito titoli. I fondi pensione continueranno a non essere gravati dall’imposta di bollo.
Il nuovo meccanismo prevede che l‘imposta di bollo verrà applicata con un minimo di 34,20 euro ed un massimo di 1.200 euro su base annua. Però, c’è da dire che il principio di equità non è stato rispettato. Infatti, in questo modo, saranno penalizzati i depositi titoli con giacenze di valori di investimento bassi. Per esempio, su 10mila euro investiti il valore minimo di 34,20 euro del bollo inciderà per lo 0,342%. Al contrario i ricchi investitori pagheranno un’aliquota inferiore (esempio, su 2 milioni di euro pagheranno un’imposta massima di 1.200 euro che corrisponde allo 0,06%, dunque inferiore allo 0,10%).
In sostanza, l’intenzione del Governo è quella di tassare i prodotti il cui scopo è l’investimento finanziario, come azioni, obbligazioni, certificati di deposito, titoli di Stato, derivati, polizze finanziarie, fondi comuni. Manca ancora la conferma ufficiale per quanto riguarda l’applicazione dell’imposta di bollo su Buoni fruttiferi postali, pronti contro termine, polizze vita rivalutabili e gestioni patrimoniali, ma sicuramente, essendo prodotti a contenuto finanziario, anche questi subiranno la tassazione.
Restano fuori i libretti di risparmio, mentre i conti correnti e i conti di deposito continueranno a pagare un bollo fisso annuo di 34,20 euro. I conti di deposito in particolare, pur essendo utilizzati come investimento, sono considerati depositi bancari. Infatti il Testo Unico bancario nel definire il “prodotto finanziario”, chiarisce che non rientrano in questo ambito “i depositi bancari o postali non rappresentati da strumenti finanziari”.