Imu abolita, ma arriva la Service Tax

Creato il 30 agosto 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Il dibattito sull’IMU sulla prima casa sembra arrivato ad una svolta. La prima rata è stata definitivamente annullata e per quanto riguarda la seconda rata si aspetterà la legge di stabilità .  Il mancato gettito sarà parzialmente coperto dalla nuova Service  Tax, la tassa sui servizi che ingloberà i costi dei rifiuti e dei servizi indivisibili e cioè andrà ad inglobare Tares e Tari.
Il calcolo della nuova imposta sarà a carico dei comuni, che possiederanno ampi margini di manovra per quanto riguarda aliquote ed esenzioni. Per la verità l’unica cosa che per ora si sa con certezza è che il governo intende racimolare circa 3,5 miliardi di euro con questa imposta.

Photo credit: Italian Embassy / Foter / CC BY-ND

La tassa sulla proprietà non è mai piaciuta, fin dai tempi della Roma de Gracchi ed è qualcosa che suscita una naturale repulsione nel popolo italiano, lo  sa bene Berlusconi che ha vinto(quasi) due elezioni promettendo la sua abolizione.
Il problema, ben più impellente, è che la nuova Service Tax sarà a carico principalmente degli inquilini e in una misura minore sui proprietari. Sarà calcolata in parte sui metri cubi dell’abitazione e in parte sul reddito di chi ci vive.
Le case signorili continueranno a pagare l’IMU e le seconde case anche.
Una delle ipotesi che rimane sul tavolo per colmare il vuoto lasciato dall’IMU sulla prima casa e sui terreni agricoli è quella di inasprire l’IMU sulle seconde case e un prelievo più elevato anche sugli immobili sfitti. Il rischio è però che alla fine, la Service Tax che non è altro che un aumento della tassa sui rifiuti, nuoci alle classi medie e meno abbienti in generale aumentando il fenomeno degli sfratti per morosità.
Per gli studenti fuori sede è logico aspettarsi un aumento degli affitti in nero, specie perché non avrebbero interesse a pagare la nuova pesante tassa per mettersi in regola e il periodo breve dell’affitto scoraggia il ricorso alle procedure abbreviate unilaterali predisposte da chi vuole mettersi in regola anche senza il consenso dell’affittuario. In più questo non sgrava i proprietari immobiliari che sulle seconde case pagheranno l’IMU, probabilmente maggiorata, ma oltre ad una porzione della nuova Service Tax si troveranno ad avere a che fare con inquilini più poveri e quindi pagheranno gli affitti con minore regolarità, dato che l’80% di essi percepisce redditi inferiori ai 30000 euro. Se a questo aggiungiamo il fatto che i proventi delle locazioni confluiscono nella dichiarazione dei redditi, e che lo stato invece pretende di incassare con rapidità i soldi delle tasse, per molti affittuari sarà comunque conveniente tenere gli appartamenti vuoti  e quindi  sicuramente ci saranno molti più sfratti.
Dello stesso avviso sembra esse l’Unione Inquilini che attraverso il suo presidente commenta: “Più che un piano casa sembra un piano sfratti che travolgerà oltre tre milioni di italiani”. Chi ne beneficerà saranno i proprietari della sola prima casa, per i quali in effetti, il conto della Service Tax sarà meno salato di quello dell’IMU, e i costruttori per i quali non è prevista nessuna tassa sui fabbricati invenduti.
Sul lato della spesa il Governo vara un piano casa che prevede incentivi per i mutui per l’acquisto della prima casa per giovani coppie con contratti atipici  il cui valore complessivo sarà  di 4,4 miliardi, di cui però 400 milioni solamente arriveranno dallo stato, mentre i restanti 4 miliardi arriveranno attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. Sempre la CDP stanzierà 2 miliardi che serviranno ad acquistare mutui cartolarizzati dalle banche, liberando così i bilanci da alcuni impieghi si spera di liberare risorse che saranno poi utilizzate per concedere altri mutui.


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