Di Roberta Miele. Vento di novità sul fronte tasse. Il governo sta pensando di riunire dal 2015 sotto un’unica voce Imu e Tasi che insieme alla TARI fanno parte dell’Imposta Unica Comunale.
L’obiettivo dichiarato è migliorare la vita del contribuente che deve sottostare al “farraginoso” sistema fiscale italiano. La prova del nove è stata una circolare di pochi giorni fa del Dipartimento delle Finanze per chiarire il meccanismo della tassa sui servizi.
Le due possibili strade per l’unificazione di IMU e TASI sono due:
1) semplice unione delle due tasse tramite l’introduzione di codici tributi unici. L’attuale tetto massimo delle due tasse diverrebbe L’aliquota massima dell’Imposta unificata. Ma bisognerebbe affrontare la questione della tassazione sulla casa, risolta per quest’anno con l’abolizione per la prima casa.
2) creazione di una nuova Service Tax, pagata da colui che utilizza l’immobile con l’inclusione dei servizi comunali; ipotesi già vagliata dal governo di Enrico Letta e riproposta dal segretario all’economia Enrico Zanetti.
Per maggiori informazioni dovremmo aspettare settimana prossima, in seguito alla riunione anche con i sindaci, il vice ministro Casero e il sottosegretario Baretta. L’unificazione verrebbe introdotta con la legge if stabilità 2015.
LA POLEMICA. Il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, intervistato dal ‘Messaggero’ parla di “una nuova patrimoniale” che “cancellerebbe in un sol colpo l’imposta sui servizi”, nonostante il pregio di eliminare “doppi adempimenti e doppi cavilli sulle date di scadenza e sui controlli che si devono fare ogni volta”. Il dubbio di Sforza Fogliani è il seguente: “e se questa fosse la strada per unire i due tributi, ma poi per tirarne fuori un altro a parte solo sui servizi? Sarebbe un’ipotesi disastrosa per le tasche dei già tartassati italiani. La casa non può continuare ad essere sempre il solito Bancomat del Paese”.