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In albis -17-

Da Nivangiosiovara @NivangioSiovara
IN ALBIS -17-Tornò dal negozio di animali a quello di giocattoli e scambiò il malaugurato acquisto del marito con un pupazzo nero. Non era davvero quello che generalmente suol definirsi un pupazzo: era di legno. Una strana idea, che forse le scaturiva da qualche confusa mira educativa: non lo comprò infatti per spaventare il figlio, che da quella figura era terrorizzato, ma nell'intento opposto di esorcizzare quella paura. Un giorno in cui fece aspettare troppo il papà fuori dalla palestra, il bambino si sentì tanto in colpa che durante la notte fece un incubo terribile, e da allora l'uomo nero diventò il suo arcinemico.Si attardò in palestra per spiare una bambina che si rivestiva nello spogliatoio di là. Sentiva di star facendo qualcosa di sbagliato, che stava forse commettendo un peccato, ma gli altri lo avevano convinto rivelandogli che mentre lui si spogliava per cambiarsi lei aveva fatto lo stesso con lui. Si attardò in palestra per compiere un peccato. Per vendicarsi d'un peccato. Così, invece d'uno, tre peccati.


Arrivò il momento in cui finalmente la famiglia di nuovo si riunì, ed il padre no, non vide troppo di buon occhio l'acquisto della signora, lui era dell'idea che quella dell'uomo nero fosse una cosa che bisognava far uscire dalla testa dei bambini, che le paure irrazionali sono solo un assurdo educativo e lei a replicare che quell'uomo nero mica l'aveva comprato per spaventare il bambino, anzi, al contrario, per farcelo giocare, di modo che capisse da sé che non rappresentava nulla di temibile, e non è meglio, provocò lui, se lo facciamo giocare con delle costruzioni, magari, e lei, senza troppo ascoltarlo proseguiva dritta sostenendo che comunque i bambini è meglio che abbiano paura di qualcosa perché ciò li allena ad affrontare le cose più grandi e Veramente spaventose della vita e sì, Veramente lo disse sul serio con la maiuscola e lui tentò il contropiede sostenendo che allora era il caso che imparassero anche che esiste la morte, magari quella del gatto di casa è un buon allenamento, o credi che la morte di un genitore sia ugualmente grave?e lei continuò proponendo l'idea di piccoli spaventi, poi grande prudenza, indispensabile, certo, allargò le braccia lui, certo, la morte è morte, genitore o gatto, per te. E lei fu solo capace di inarcare un sopracciglio e di ridere brevemente, d'un riso nervoso ed allusivo, ed allora lui rincalzò rinfrancato accusandola del fatto che così finirà per far giocare i bambini con la morte perché non ne abbiano paura e lei si girò dandogli le spalle e lui continuò con ci mancava l'orrore per l'uomo nero adesso, così incrocerà uno di colore per strada e si metterà a gridare e lei allora credette di rimontaro lo svantaggio con che credi, la metà dei suoi compagni di classe è di colore, è proprio vero che non ti interessi dei tuoi figli abbastanza e poi tacquero perché entrarono i bambini nella stanza: non era giusto che i figli sentissero i genitori litigare, sacrosanto. Era meglio che improvvisamente si trovassero precipitati sulle rive di un lago stagnante ed afoso senza sapere il perché. Meglio che osservino i corpi dei loro genitori sfilare gonfi, veloci e senza vita sul pelo dell'acqua senza sapere che sono finiti così spingendocisi giù l'un con l'altro.Senza l'aiuto di nessuno.


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