In albis -29-

Da Nivangiosiovara @NivangioSiovara
Il nostro uomo in bianco attraversa la strada insieme ai tre, ma questi presto si dividono ed allora decide di seguire i due che avevano accostato il vecchio, e che ora procedono verso la fermata dei bus: un ragazzo, all'apparenza uno studente, ed una donna sui trentacinque anni. Vuole ascoltare i pensieri del ragazzo:sì, che, è una merda, ma che cosa ci vuoi fare, tanto alla quarta ed alla quinta ora c'ho educazione fisica, almeno non devo far finta di stare attento, posso concentrarmi tranquillo tranquillo su di lei, che finita poi, la vado a trovare a casa, finalmente, il mio amorino bello, stanotte ho sognato che giocavamo alla lotta nel fango, glielo devo raccontare, magari però non le dico che mi sono svegliato col cazzo duro, io ci penso sempre a lei, cavolo, anche quando dormo, me la tengo sempre in testa, cioè, sì, anche nelle mutande, che cosa devo farci, sono giovane, mi tira, ci penso così tanto a lei che a volte quando mi chiede: cos'hai fatto oggi? io lerispondo: perché? Non c'eri? Figa, che ridere, son proprio matto, io!dove cazzo è quel pullman di merda, non c'ho fretta d'arrivare a scuola, ma non ho voglia di correre, già c'ho ginnastica, poi, chi me lo fa fare, poi, non so, è il foglio di carta che è sempre utile, dicono, ed utile a far cosa te lo dico io, merda, che coglioni, che palle, che noia, che vita del cazzo.cazzo di vita.e lei, cosa starà facendo? Si starà alzando adesso picipici, senti che caldo, che figata, oh, cioè, la neve è strabella, ma adesso arriva l'estate, meraviglia, era ora, non ce la facevo proprio più, oh ecco il pullmanEcco il pullman. Il nostro extruso vi sale, senza biglietto, non viso. Con il ragazzo e la donna, se li tiene vicini. Rimane in piedi fra loro, tutti e tre agganciati alle maniglie del passaggio. Ascolta – noi diciamo ascolta per capirci, ma non è ascoltare come l'intendiamo, ma captare ci sa di pedante – i pensieri un po' di questo, un po' di quella.e poi vado da lei e stiamo insieme tutta la giornata, coi suoi che sono fuori, vai, figa, che bello, oh, guarda questa qui, dev'essere un po' troia, se non fossi fidanzato me la sbatterei in due secondi, questa è una che ci sta sicuro, ma io sono un tipo fedele, capito?se no andrei giù in fondo e le chiederei di farmi un segone e lei me lo farebbe, ma amo troppo la mia picipici, però, questa qui, immaginatela mentre gode, che figa, ma io voglio stare sempre insieme alla mia morosa, voglio sposarla vestiti di bianco, che bianco è il mio colore preferito, anche se la mia morosa dice che non è un colore, ma se non è un colore, che cazzo è? Io con lei voglio starci sempre e insieme voglio che viviamo per sempre,

mi si doveva rompere la macchina proprio oggi. Certo. C'è mezzo metro di merda per terra ed io devo andare a piedi. E devo viaggiare su di uno schifo di bus. Pieno di maschi adolescenti che mi guardano. Gli adolescenti hanno un pessimo odore. Li attirerà il mio profumo, poveri noi. E le mie tette, ed il mio culo. Poi si vede che sono ricca. E cosa possono volere di più, questi sfaticati? Ho un bel lavoro, io. Mi sono sbattuta. Ho fatto carriera. Hai dovuto scendere a compromessi, però, mi si dirà. Ok. E allora? Io, l'ho fatto, non altre. Non è comunque anche questo un merito? Fare ciò che altri non fanno, perché non sanno o non hanno il coraggio di fare, non vale forse qualcosa? E lavoro, io. E fatico anche per avere un bel corpo, io. Ho un bellissimo corpo. Perfetto. Un bellissimo lavoro. Da dire che uno è figlio dell'altro. Non ha ancora figli, povera, dicono. Ma io ho un bellissimo lavoro, un lavoro che tutti vorrebbero. Quando i vostri figli se ne andranno, sbattendo la porta, sputandovi in faccia, e vostro marito allora sarà già lontano, con una come me, se se lo merita, a voi, cosa resterà? Sono sola, sì, e allora? Avevo bisogno di più tempo per il lavoro. Quello mi portava via ore, ore, ore. Un vampiro. Ho l'agenda piena, adesso, ed ogni riga segnata lì significa: soldi. Vorrei essere un uomo per poterlo piantare in culo a tutti quelli che mi stanno fissando qua sopra. E' più facile, essere un uomo. Puoi puzzare. Come questo, questo imbecille, che cazzo guardi? Vedi, che l'hai abbassato lo sguardo, fesso, te la fai sotto, che cosa credi, d'impressionarmi perché mi pianti gli occhi addosso? Dovrei prenderti in considerazione perché la tua faccia trasuda ormoni? Vai in bianco, bello, vacci, c'andrai sempre... Guarda quel vecchio sul marciapiede che corre, sembra un deficiente, dove corre, dove dovrà andare, così di fretta, alla sua età? Avrà fretta di morire. Dovrebbero rimettere la pena di morte. Ma non solo per i reati gravi, dovrebbero sopprimere anche tutti quelli che non ce la fanno, che non ce la Vogliono fare, che vogliono vivere alle nostre spalle. Ecco, poi, t'arriva uno con una macchina così. Che cosa gli dici? A parte che è bianca e non starà mai pulita, ma cosa vuoi dirgli a uno così? Lui ce l'ha fatta, definitivamente, a posto, per sempre. Ce l'avrò anch'io quella macchina, non crediate. Quel vecchio è quello che era fermo al semaforo, che ha fatto finta di non guardarmi. Sarà frocio. Ecco perché corre. Una macchina così ce l'aveva quel tipo, quello elegantissimo, come si chiamava, devo averlo scritto da qualche parte, anche lui faceva finta di non guardarmi, perché a quel livello t'interessano solo quelle che sono pronte davvero, arrivate in fondo. Presto lo sarò. Metto via ancora un po' di soldi e con qualche ritocchino veloce qua e là divento ancora più bella, se possibile, ed allora vedrai che qualche gradino ancora di carriera in più me lo faccio. Poi non serve neppure scendere più a compromessi, ad un certo livello, basta che si sappia che saresti pronta a farlo e si avanza gratis. E poi, poi. Poi li faccio scendere io, a compromessi, gli altri. Quelli che saranno rimasti giù. Sotto di me. Sotto. Me. In ginocchio... Sì, mi sta squillando il cellulare e sì, non rispondo. E allora? Che ti frega? Saranno cazzi miei. Non rispondo perché tu non veda il mio cellulare. Non si sa mai. In questo posto non lo sapessi che aspettano solo di allungare le mani. Mi guardano come se fossi l'albero della cuccagna. Ma non c'arrivate quassù. In bianco, tutti in bianco, fessi. Pensa... mi guarda ancora, quel figlio di troia. Quello lì ha proprio la faccia di uno che scappa a casa ad ammazzarsi di seghe pensando a me... abbassa lo sguardo... abbassa lo sguardo, merda brufolosa, pus e sborra, ecco quello che sei. Basta uomini. Basta uomini o tutti uomini. Troppo stress. Essere un uomo, sì, forseQuando il pullman si ferma davanti alla scuola, il ragazzo, nello scendere, si gira giusto un attimo per rimirare il didietro della signora.e ha anche un bel culo quella puttanona

L'uomo in bianco scende dietro di lui, ha deciso di seguirlo. Pensa che valga la pena di conoscerlo meglio. Fino in fondo.

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