Magazine Diario personale

In any other world you could tell the difference

Creato il 17 maggio 2015 da Valeskywalker @valeskywalker
In any other world you could tell the difference
Dovrebbero essere giorni vissuti a pieno cuore, bevuti con gli occhi.
Gigio e Gigia  vengono cullati, cambiati, nutriti, sgridati e abbracciati.
Mamma ma poi potro' tenere in braccio Baby come Gigio?
 Il sole che tra un monsone e l'altro ci regala momenti quotidiani con il Tato maestro di nuoto che sostiene le due sirenette.
La gioia di non aver piu' bisogno dei braccioli.
L'odore delle siepi di caprifoglio in fiore che circonda la piscina e mi ricorda il profumo preferito di mia madre
Travestimenti da dottoressa, da strega, da cowboy.
Bolle di sapone e acquiloni.
Una bici ereditata da una bambina che e' stata compagna di giochi per questi sei mesi e ora ritornera' dall'altra parte dell'oceano, vicino alla sua nonna.
E quanto manca ad andare dai nonni? 6 settimane amore. 5 settimane, 4 settimane.
Oddio chi ha fatto la cacca sulla moquette?
Ma no mamma, e' la cacca di plastilina di cane bau!
No!
Si!
No!
Si!
Si!
No!
Risate argentine e si che sono ancora sci e no che sono ancora nu.
Salti sul letto e tende di lenzuola.
Sono qui che cerco di apprezzare tutto questo, ma non ci riesco come d'abitudine.
L'inquietudine ormai e' dentro la mia testa e per quanto ci provi a star calma e tutti coloro che mi voglion bene mi ripetono andra' tutto bene, una volta instauratosi il dubbio, questo mi ha rubato la serenita' di questa gravidanza.
La prima era intrisa di mistero, la seconda di consapevolezza, questa e' la mia ultima gravidanza, sotto il segno della gratitudine per poter provare di nuovo ancora tutto ancora un'ultima volta.
In questi cinque anni da quando ho iniziato il viaggio verso diventare mamma di Bea, ho condiviso la strada con tante altre donne. Alcuni di questi bambini sono partiti ma non sono mai arrivati o hanno dovuto affrontare, insieme ai loro genitori, percorsi medici difficili.
Io sono una di quelle che ha cercato la gravidanza, e' rimasta incinta dopo qualche mese, tutto e' andato bene per nove mesi, nessuna preoccupazione che non sia stata risolta nel giro di poche ore dal mio ginecologo di fiducia e dai suoi colleghi. Due volte cosi', due volte su due.
Per questo la terza volta sono stata ancora piu' consapevole e grata fin dall'inizio che sia successo di nuovo.
Per questo la terza volta ho avuto timore fin dall'inizio di aver chiesto troppo alla Natura, a Dio e al destino.
Per questo non riesco a scacciare l'inquietudine che da ormai piu' di un mese si e' annidata nella testa.
Testa: ritardo di crescita intrauterino, rischio di dover fare parto molto anticipato, rischio di morte in utero, rischio di morte alla nascita, rischio di morte poco dopo la nascita.
Croce: data di inizio gravidanza stabilita in modo errato per una serie di eventi concorrenti, percentili di riferimento americani diversi da quelli italiani, la crescita e' al di sotto della media ma e' costante nel tempo e i test genetici del primo trimestre hanno dato risultati rassicuranti.
Testa: un ambiente dove per paura di azioni legali si prospettano sempre tutte le peggio cose possibili alla paziente e si preferisce dare responsabilita' ai calcoli degli algoritmi che governano i computer piuttosto che al giudizio dei medici. E non si capisce mai se si ha davvero bisogno di certi esami o se si ha una cosi' buona assicurazione che diventa utile per i medici aver bisogno di questi esami.
Croce: un ambiente medico che e' rinomato per essere di alto livello.
Tra un mese saro' in quell'altro mondo aldila' dell'oceano,  potro' confrontarmi col medico che ha fatto nascere le mie bambine, potro' ritrovarmi nelle procedure che gia' conosco. Potra' andare tutto bene.

Ma nel frattempo sono qui, nella speranza che tutto sia a posto, nel dubbio che non lo sia.
Nel frattempo, ho chiesto attenzione e compagnia virtuali, se non fisiche. E sono arrivate, da tante direzioni, vecchie e nuove.
Questa stesso mondo tecnologico che mi terrorizza per pochi millimetri dedotti da ultrasuoni, mi porta il bene di chi e' lontano.

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