In arresto Walter e Giovanni Burani / Walter and Giovanni Burani arrested

Da Sandfashionblog
Il gruppo di Cavriago ancora al centro di problemi giudiziari.
The group from Cavriago still at the centre of judiciary trouble.

Arrestati per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio Walter e Giovanni Burani con l’accusa di aver dissipato il patrimonio della società attraverso spericolate operazioni finanziarie tra le quali anche il sostenimento artificioso del titolo in Borsa.
Al fondatore del Mariella Burani Fashion Group, in amministrazione straordinaria da maggio, sarebbero stati concessi gli arresti domiciliari mentre il figlio, ex amministratore delegato della società, è stato trasferito al carcere di San Vittore a Milano.
Dopo il fallimento della controllante Burani Designer Holding sono indagati con l’accusa di bancarotta fraudolenta anche Giuseppe Gullo e Kevin Tempestini, in qualità di componenti del cda della holding: infatti, nel mirino dei magistrati della procura di Milano Luigi Orsi e Mauro Clerici c’è anche l’offerta pubblica di acquisto lanciata da Burani Design Holding sul 15% del capitale di Mariella Burani Fashion Group a metà 2008 attraverso una subholding.
Secondo il gip di Milano, Fabrizio D’Arcangelo, l’attività del gruppo della moda sarebbe stata “travolta dalla smania finanziaria di alcuni membri della famiglia Burani. Nella logica operativa di questi indagati pare che la sola ragione d’impresa fosse quella di impiegare i ricavi della gestione tipica nel cosiddetto “sostegno” dei titoli quotati in borsa” e “anziché impiegare risorse nella produzione e commercializzazione nei settori propri, questi amministratori hanno disperso la maggior parte delle risorse per sostenere i titoli, precipuamente quello di Mariella Burani Fashion Group, pur nella consapevole evidenza di dissipare il patrimonio. Questa attività non aveva certamente un riferimento logistico negli uffici e nel sito produttivo di Cavriago sebbene sulla piazza borsistica milanese dove tutti i giorni Burani Designer Holding e Mariella Burani Fashion Group impiegavano enormi risorse per acquisire azioni del gruppo e di quest’ultima in particolare”.
Dall’ordinanza che ha disposto l’arresto dei Burani emergerebbe che i due “con la complicità degli altri indagati, manager Burani e soggetti terzi, hanno perseguito con continuità il disegno criminale di trarre in inganno risparmiatori e creditori, nonché le autorità di controllo dei mercati, costruendo mediante operazioni fittizie la falsa apparenza di una solida realtà economica allo scopo di drenare risorse sul mercato borsistico e dal ceto creditorio che venivano poi, anziché impiegate in una effettiva politica di sviluppo industriale del gruppo, dilapidate per sostenere l’apparenza ingannevole di titoli floridi, in una spirale perversa che necessariamente doveva condurre al default delle imprese”.
Secondo la ricostruzione del gip “la condotta fraudolenta e dissipativa in particolare di Giovanni e Walter Burani continua in modo sorprendentemente pervicace anche dopo l’esplosione della crisi del gruppo e durante le trattative per evitare il fallimento come emerge, tra l’altro, da alcune conversazioni telefoniche intercettate. Emerge anche una rete di relazioni intrattenute dai Burani con soggetti italiani e stranieri ai margini del mondo economico regolare che quantomeno appaiono privi di credibilità rispetto ai mercati regolamentati e all’ambiente finanziario “ufficiale” e che vengono utilizzati per operazioni dai contorni ambigui ed oscuri”.
Il dissesto del gruppo Mariella Burani nasce quando la Burani Designer Holding si è quotata sul mercato londinese raccogliendo un centinaio di milioni di euro che sarebbero stati destinati in gran parte a sostenere il titolo in Borsa della Mariella Burani Fashion Group, “gonfiato” anche tramite bilanci non veritieri con plusvalenze e ricavi fittizi connessi alla cessione di marchi privi di valore. Inoltre, nell’inchiesta, si contesta anche l’Opa lanciata su Mariella Burani Fashion Group tramite la creazione della Family Holding.
Per il giudice, Giovanni Burani “risulta essere stato l’ideatore ed il diretto gestore della sistematica attività di “sostegno” dei titoli delle quotate e dell’Opa che costituisce un ultimo ed estremo tentativo di anomalo “sostegno” del corso di borsa delle azioni di Mariella Burani Fashion Group”. Walter Burani, si legge ancora, “è la figura storica di riferimento del gruppo; le scelte per così dire “innovative” del figlio Giovanni non potevano trovare attuazione senza il consenso del padre che risulta, infatti, aver costantemente appoggiato l’operato del figlio”.

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