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In art, I am alone: Surrealismo e Pop Surrealismo nell'arte di Brandi Milne
Creato il 11 aprile 2012 da Saradurantini @SaraDurantiniCredo che la poesia di cui è pervaso questo testo sia tanto sicera quanto immediata e comprensibile anche per coloro che, come la sottoscritta, non sono artisti ma vivono in un modo che agli occhi di molti è considerato "una perdita di tempo". Il concetto di solitudine espresso da Brandi Milne è quanto di più veritiero abbia letto negli ultimi mesi. E forse è proprio per la sincerità e le emozioni vere e forti che l'arte di Brandi Milne mi ha colpita fin dall'inizio.
Artista californiana, Brandi Milne viene spesso presentata come un'autodidatta che ha saputo fare dell'arte il suo lavoro, il perno attorno al quale ruota la sua vita. Tratti morbidi, acrilici brillanti che permettono di "confondere la linea tra reale e fantasia" (si legge in un'intervista per nonsoloKawaii.com). Le opere di Brandi Milne rappresentano succulenti dolci che si fondono (o meglio confondono) con gli abiti stravaganti di certe ragazze dal volto non ben definito ma dai capelli nero corvino o bindo cenere.
Come nelle favole da Brandi Milne stessa illustrate (Alice nel paese delle Meraviglie, Pinocchio, Il mago di Oz), la fantasia e l'immaginifico hanno un ruolo fondamentale, dando un tocco surreale al quadro già di per sé fantasmagorico. E a proposito di favole, Brandi Milne è autrice del libro "So Good For Little Bunnies", edito da Baby Tattoo Books nel 2008.
"So Good For Little Bunnies" è una raccolta di illustrazioni dedicate ai più piccoli. "Ho preso appunti, fatto schizzi e ho iniziato a scrivere la mia storia da li.
Le illustrazioni per me erano la cosa più importante, e ho costruito tutto intorno a quelle, pensando a cosa avrei voluto esprimere di me stessa nelle mie gallery shows" (si legge in un'altra intervista per KoiKoiKoi.com).Da Salvador Dalì al pop surrealism degli anni '60-'70: l'arte di Brandi Milne non conosce confini e per chi vuole ammirarla in tutto il suo splendore basta attendere la mostra personale alla Corey Heldford Gallery.
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