In attesa dei provvedimenti sulla casa "vecchia ici o nuova Imu" ?

Creato il 22 novembre 2011 da Maurizio Picinali @blogagenzie

Uno dei provvedimenti più attesi dal nuovo Governo è la reintroduzione della tassa sulla prima casa di proprietà.
La mancanza di una tassa “immobiliare”, largamente diffusa in tutti Paesi europei e non, è stata subito definita dal neopremier Monti, nel suo primo discorso al Senato dedicato alle linee guida dell'esecutivo, come “un'anomalia tutta italiana”.

Due le ipotesi sul piatto: anticipare dal 2014 al 2012 l'introduzione l'Imu (l'imposta municipale prevista dal decreto legislativo 36 del 2011 sul fisco dei Comuni) da estendere anche alla prima casa, oppure puntare su una service tax aggiuntiva, un vero e proprio ritorno dell'Ici.
Qualunque sia la strada che imboccherà l'esecutivo, il ritorno dell' ”Ici” sarà una boccata d'ossigeno per le casse esangui dei Comuni italiani, a cui il tributo sulla prima casa ha sempre rappresentato una delle primissime “voci” in bilancio in termini di entrate.

Si parla infatti di entrate dai 3,5 ai 14 miliardi, pari ad un tributo dai 450 a 715 euro a famiglia.

Tenendo presente che dovrebbe spettare ai sindaci stabilire l'aliquota massima da applicare e le eventuali esenzioni (ad esempio per i redditi bassi).

Detto questo non tutti i sindaci italiani vedono favorevolmente l'ipotesi di un ritorno dell'Ici.

L'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) da canto suo ha chiesto un immediato incontro con il Governo per “definite indirizzi condivisi”.FOTO PRESIDENTE MARIO MONTI OGGI A BRUSSELLES INCONTRO CON BARROSO 

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha fatto sapere "è una misura che non mi piace, preferirei una logica di tipo patrimoniale perché l'Ici sulla prima casa ha un valore simbolico molto importante".

“Un intervento di carattere patrimoniale è necessario - sempre secondo il sindaco di Roma - e preferirei una patrimoniale sui grandi patrimoni e non un imposta sulla prima casa".

Favorevole di massima alla reintroduzione dell'Ici prima casa è il sindaco di Bologna, Virginio Merola, purché ci siano delle esenzioni, magari reintroducendo le misure del governo Prodi che erano "una buona soluzione – dice Merola - basti pensare che a Bologna c'erano 90 mila persone completamente esenti ed è sicuramente meglio intervenire sull'Ici che non aumentare l'Irpef: chi ha un reddito più alto, oggi, è esente come chi guadagna meno".
Aggiunge il sindaco di Torino, Piero Fassino: ''gli italiani temono molto di più una situazione di instabilità che il ritorno dell'Ici".
Per il presidente nazionale dell'Anci Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia, oggi i Comuni hanno bisogno "di più autonomia: l'aggiornamento dell'Ici e degli estimi catastali - ha sottolineato il presidente dell'Anci - servono a dare più certezza di introiti e di entrate e quindi più certezza della spesa sui servizi di qualità per i cittadini e le città". tratto da monitor immobiliare del 21 Novembre 2011 di Cristina Giua


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