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In attesa della manovra

Creato il 28 novembre 2011 da Tnepd

In attesa della manovra

In attesa della manovra i tempi stanno maturando e la corsa febbrile del nostro governo e di quello degli altri paesi europei indicano che non c’è più tempo. Nel frattempo i debiti dei vari paesi – meglio sarebbe dire dei vari continenti – aumenta di giorno in giorno senza soluzione di continuità, senza cercare un cambiamento strutturale, senza nessuna regola, ancorché inutilmente enunciata.

Da parte di Monti, l’autorevole Primo Ministro italiano – così lo definiscono i vari media anglosassoni – i programmi sembrano apparire un pallido sistema di regole non perfettamente a fuoco: qualche voce, qualche opinione, ma nessun annuncio ufficiale. La confusione impera sovrana, ma Monti appare salvifico all’immane debitoha sottolineato che l’Italia ha dimostrato nel suo recente passato di aver compiuto progressi significativi in materia di consolidamento fiscale, mentre l’impegno a rendere tale consolidamento sostenibile sarà attuato in tempi rapidi attraverso misure di impulso alla crescita. Sarebbe da capire quali siano queste manovre di impulso alla crescita e sopratutto quali saranno quelle incaricate a limitare la spesa pubblica.

Una piccola luce sembra apparire all’orizzonte, il principio di equità che misurerebbe il merito – nel caso delle pensioni – di ricevere una pensione in funzione dei contributi effettuati. Secondo il sole24ore vi sono due strade: la prima che misura la percentuale tra pensioni erogate e le entrate dello stato con un differenziale del 20% a fronte di una spesa pensionistica di 295 miliardi e di entrate per 204 miliardi che significa che per ogni 100 euro euro di pensione ce ne sono 20 che saranno accollati come debito, la seconda strada è più dolorosa per tutta quella massa di persone che alla fine non hanno mai versato nulla o in maniera insignificante ai fini pensionistici. E’ il caso delle 500.000 baby pensioni e dei 9 milioni di italiani che hanno versato contribuzioni irrisorie (pari al 40% del totale).

Ma sono – dicono – diritti acquisiti, impossibile toccare questo immane serbatoio di consensi. In effetti, se facciamo mente locale e se ci immedesimiamo in queste persone, possiamo comprendere che se una legge di stato permette di avere dei vantaggi anche noi sicuramente la sfrutteremmo, ma “non si fanno conti senza l’oste” e prima o dopo i nodi vengono al pettine e quelli che in tempi d’oro hanno succhiato dalla mammella statale adesso dovrebbero rendersi conto che non c’è più latte. La vacca di stato è ormai esangue, sfinita e ad ogni poppata comincia a scalciare, e saran dolori.

Les jeux sont fait” direbbe il croupier del casinò, sul tavolo verde del grande gioco finanziario non è più possibile fare nessuna mossa. La Germania è decisa a mantenere la sua posizione inflessibile contro gli eurobond, la Francia al contrario spinge affinché la BCE apra i rubinetti e come risposta la Germania, così come altri paesi Europei, vuole garanzie. Ma quali garanzie possono dare dei debitori? Sono tutti debitori, nessuno si salva. Chi più e chi meno hanno nelle loro pance montagne di immondizia finanziaria che nessuno vorrebbe detenere.

Ecco però arrivare la ciambella di salvataggio del Fondo Monetario Internazionale, quell’ente che ha messo in crisi migliaia di persone in Italia con i famosi bond argentini, che con molto altruismo concederebbe all’Italia un prestito di 600 miliardi per 18 mesi ad un tasso del 5%. Un vero affare!!! Accidenti, è più basso del differenziale (spread) tra i bund germanici e i btp, ci stanno quasi 3 punti percentuali. Altro che affare! Una manna!.
Ma chi pagherà questo 5% e chi ripagherà i 600 miliardi del capitale imprestato? Insomma la solita tiritera che ha stancato anche un sordo: aggiungiamo debito a debito e come nelle più classiche formule usuraie il debitore fa debito con un altro usuraio aumentando spaventosamente la sua quota di indebitamento. Un classico!

Nel frattempo la guerra tra banche e stato si sta facendo sempre più dura con le banche che offrono interessi sempre più alti ed entrano in competizione con i vari Bot/Btp con un unico particolare che mai nessuno vuol enunciare a piena voce: i conti deposito bancari NON sono coperti da nessuna garanzia e se la banca fallisce NESSUNO vi restituisce i vostri denari investiti (svegliaaaaa!!!). Ma la gente è sciocca, stupida, abbindolata dai numeri sempre più alti degli interessi e non si informa, non chiede, non studia, non si interessa e come le bestie da soma accetta il peso del pegno che dovrà pagare. Purtroppo il lato “B” di questa cosa è che alcuni perderanno montagne di denari ed altri – le banche – ci sguazzeranno. E’ successo sempre così, dal fallimento della Banca dei Bardi nel lontano 1345 e da allora ad oggi pare non sia cambiato nulla. Mah?!


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