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In aumento l’uso di trattamenti avanzati per il cancro alla prostata a basso rischio

Creato il 06 dicembre 2013 da Laprostata @espriweb
trattamenti cancro alla prostata Gli uomini con cancro alla prostata a basso rischio decidono sempre più spesso di sottoporsi a trattamenti avanzati, come la radioterapia ad intensità modulata (IMRT) e la prostatectomia robotica. Nonostante la crescente consapevolezza che alcuni tipi di cancro alla prostata non sono aggressivi e non mettono realmente in pericolo la vita di coloro che li sviluppano, questi ultimi preferiscono ricorrere alle nuove terapie invece di monitorare periodicamente il tumore. Dei ricercatori hanno scoperto che l’uso di tecnologie di trattamento avanzate è passato dal 32% del 2004 al 44% del 2009 per gli uomini con malattia a basso rischio, dal 36% del 2004 al 57% del 2009 per quelli con un basso rischio di mortalità per cancro alla prostata e dal 25% del 2004 al 34% del 2009 per coloro che presentano entrambe le situazioni. Gli studiosi ritengono che questo incremento sia stato causato da vari fattori. Uno di questi è la scarsa comprensione della storia naturale del cancro alla prostata. Il fatto di non conoscere bene la progressione di questa malattia porta i pazienti a basso rischio o i loro medici a scartare l’ipotesi della sorveglianza attiva ed a ricorrere a trattamenti avanzati che offrono un’elevata possibilità di guarigione. Un altro fattore è il miglioramento dei risultati ottenuti dalle nuove tecnologie rispetto alle vecchie. L’ultimo fattore è dato dagli incentivi finanziari e dai rimborsi associati a queste terapie innovative. Secondo alcuni ricercatori, però, sono i pazienti in realtà a preferire i nuovi trattamenti. In effetti, anche se i medici informano il malato che ha una bassa probabilità di morire per il tumore alla prostata, l’assenza di certezze lo porta comunque a scegliere di sottoporsi ad un trattamento avanzato, escludendo così la possibilità di effettuare controlli periodici. Se un giorno i ricercatori dovessero riuscire ad individuare un profilo genetico delle persone, sarebbe allora possibile fornire maggiori risposte ai pazienti.

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