Scintillio di maggio, di fine maggio. Di 23 anni.
Di Roma in giro di pomeriggio, tra viali alberati in quartieri che scorrono un po’ più lentamente rispetto alla città.
Un vestito bello, il più bello di tutti, che cade leggero e perfetto. Stradine strette e buie che finiscono in una galleria inaspettata, ampia e bianca. Mostra di amici sempre cordiali. Vino poco ma buono che disseta in una sera che profuma già d’estate.
Di sera in giro. Riuscire a trovare solo noi stessi in posti confusi ed affollati.
“Ragazzi dobbiamo fermarci, è mezzanotte. Auguri Elettra.” Spaghetti aglio e olio e peperoncino alle 2 passate, “No Laura, mi sembra onestamente esagerato. Va bene dai sì, dammi un piatto”. Una crostatina buonissima, una candelina improvvisata: spegnerla alla fine del più classico dei “Tanti auguri” e festeggiare il nuovo anno prima di andare a dormire in un letto viola.
Di mattina al Maxxi. Uno spazio enorme, bianco. Bellissimo. La promessa di ritornarci quando la bolla della novità sarà svanita.
Scintillio che sa di leggerezza, di bicchieri pieni, di risate che rompono i silenzi, di parole che riempiono i viaggi.
La consapevolezza che tutto sta andando bene, che sto bene. E sorrido nel pensarlo mentre mi addormento sulla strada del ritorno, spiagge deturpate a sinistra, campagne devastate a destra tra il Lazio e la Campania.
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