Lo so, ho trascurato il mio blog, ma la settimana della moda mi ha completamente risucchiato. Dopo cinque giorni passati a calpestare e sfottere gli idoli degli altri, stasera vi voglio raccontare un po’ dei miei, perché in qualche modo – proprio questa settimana – ci ho dovuto fare i conti.
Diciamo che gli idoli sono un vizio umano, quasi una necessità: dai tempi del vello d’oro noi sapiens ci abbiamo dato dentro mica male. E se è vero che ognuno ha gli idoli che si merita, è intrinseco che riesce facile pesare una persona in base ai miti che adora, rincorre e magari tenta di emulare (con risultati spesso raccapriccianti).
Si passano gli anni ad adorarli da lontano, e poi accade che in una settimana ce li troviamo tra i piedi in carne ed ossa: e allora è lo svenimento.
Congiunzioni astrali intergalattiche hanno voluto che la sottoscritta si trovasse sottomano un paio di maschi che te li raccomando. Uno si chiama Maurizio Cattelan, e gli sono stata in scia per Aftersix: un figo pazzesco.
Coi capelli brizzolati e i pantaloni a caviglia scoperta, piazzando un dito medio di marmo in Piazza Affari, da monello indisciplinato si è trasformato in gringo da copertina. Volente o nolente (dato che non ha dimostrato di amare particolarmente fotografi, giornalisti e telecamere), è entrato nella storia patinata.
A proposito: qualcuno sa cosa ci facesse Simona Ventura all’atipico vernissage? Non essendo esattamente una donna d’arte, mi è sorto il (legittimo?) dubbio che il Cattelan se la stia asfaltando.
Comunque, ritornando a noi, non è finita qui. Perché Cattelan sono andata a cercarlo consapevolmente, anche se non immaginavo di riuscire a stargli braccio a braccio.
Invece lo Scalenghe mi è piovuto dal cielo.
Sono andata alla sfilata d’esordio di Fashionblabla e l’Arianna Chieli, sapendomi una fan di Vanguard, me lo ha portato lì.
Se siete utenti da TV generalista, mi spiace per voi, non siete all’altezza di Current TV: ma gli amanti dell’informazione vera e del giornalismo di frontiera hanno tutti il canale 130 di Sky tatuato sul pollice da telecomando. E il volto italiano del canale 130 è Davide Scalenghe: caruccio in video, elegante, moderato, acuto, preparato. Esile, biondino e magrettino, una spiga di professionalità.
Stima intellettuale a palla e semi-idolatria nascente, in questa nostra Italia desertificata dal servilismo, dalla malafede e dall’incompetenza degli organi d’informazione.
Ma giovedì sera ho avuto uno spaesamento del baricentro: mi si è parato davanti ‘sto marcantonio di quasi due metri, un pezzo di maschio che non te lo spiego, tutto sorrisi, contatti epidermici, entusiasmo e profumo inebriante: avevo detto stima intellettuale?
Beh, di fatto – senza rendermene conto, ancora tutta intenta a recuperare la compostezza di una signora della mia età mentre avevo tutta l’anima scapigliata – sono finita davanti alle telecamere di Current, intervistata da lui per uno speciale Vanguard sul mondo della moda: io che con la mia rubrica Beata Ignoranza sono in questo mondo da una settimana, cos’avrò mai potuto dire?
Esattamente non mi ricordo, anche perché quando mi intervistano di getto senza preparazione dico sempre un sacco di cazzate decisamente poco intelligenti (vi ricordate, vero, quando ho detto a Maurizio Costanzo che sono una donna col calesse?! Ecco.).
Poi in questo caso avevo l’aggravante del visibilio, e il baratro dell’imbecillità mi deve aver fagocitato nelle sue viscere senza rimedio.
Ma per dieci minuti sono stata dello Scalenghe, e questo val bene lo status dell’oca padovana.
Tutto il resto è robetta per gli storici.
E noi siamo poeti.
P.S. Mi dicono che nella foto siamo venuti malissimo, ma io ci vedo meravigliosi. Dite che non ho ancora riacquistato la mia usuale lucidità? Sono affetta da groupismo temporaneo?