Il problema della Cina non è solo la lingua. È che è immensa, che non costa più così poco, che niente si può dare per scontato e che spesso qui girare “a caso” non porta da nessuna parte. Servono delle istruzioni per poterla visitare. Normalmente queste si trovano all’interno di una guida di viaggio, la migliore compagna di un itinerario cinese, ma per chi una guida non ce l’ha, quali sono le alternative?
Purtroppo uscire fuori dagli itinerari turistici durante una prima volta in Cina nei tempi concessi dai visti è vicino all’impossibile, con o senza guida. Gli itinierari sono ben strutturati e dato l’apparente ordine che sembra muovere tutto ogni sito d’interesse è talmente ben connesso che diventa difficile fare delle deviazioni improvvise o spontanee. Viaggiare senza prenotare, come è facile fare in molti altri paesi asiatici, diventa qui molto più complicato, prima di tutto per le dimensioni delle megalopoli in cui non ci si può aspettare di camminare fino a trovare un’ostello per strada. Bisogna essere preparati. Bisogna essere preparati, sapere dove andare e come andarci senza riuscire a comunicare con nessuno e ottenere una risposta a ogni dubbio che sempre sembra apparire. Il tutto senza Lonely Planet.
La prima cosa da sapere è che non tutti gli hotel accettano stranieri, per questo, soprattutto in aree meno visitate dai turisti provenienti dall’estero è necessario sapere in anticipo dove un letto sarà disponibile. In Cina per fortuna è sviluppata una grande rete di ostelli che diventano il principale punto di riferimento per i backpacker. Esistono diverse catene e ostelli indipendenti, ma la rete più diffusa è quella degli ostelli YHA, Youth Hostel Association, che ha strutture sparse in quasi ogni regione. All’interno di alcuni di questi ostelli è disponibile una piccola guida gratuita che fornisce i contatti e gli indirizzi di tutti gli ostelli facenti parte del circuito e questa è la prima risorsa utile da portare con sé, nel caso ci si trovi a dover prendere un taxi senza saper spiegare dove si vuole andare. Gli indirizzi sono tutti sia in inglese che in cinese. Prendere un taxi dopo l’altro però può incidere di molto sul budget, oltre al fatto che si deve aver a che fare con i tassisti, che non è una bella cosa in nessuna parte del mondo. I trasporti pubblici tendono ad essere in orario e coprire ogni angolo delle città, ma per capire quale autobus prendere l’idea migliore è sfruttare le indicazioni fornite da siti come Hostel World. Sotto la recensione di ogni ostello ci sono quasi sempre inicazioni precise su come raggiungere la struttura con il minimo dei costi.
Gli ostelli in Cina sono moderni e attraggono viaggiatori locali e internazionali di ogni tipo. Per questo oltre a diventare un luogo in cui dormire diventano la più preziosa fonte di informazioni attraverso le esperienza altrui. Una volta raggiunti gli ostelli, però, le persone che saranno più utili saranno quelle che lavorano in reception. Non avendo una guida, grazie a loro ne ho creata una mia. Nei primi giorni mi sono fatto tradurre in cinese i principali termini generici utili come, ad esempio, “stazione dei treni”, “stazione degli autobus”, “vegetariano”, “bagno”, aggiungendo alla lista via via che parole nuove mi venivano in mente. Purtroppo in Cina è impossibile sperare di pronunciare chiaramente una frase in cinese, quindi l’unico modo di comunicare è spesso attraverso la parola scritta. Se girare con un quaderno di carta sembra un sistema un po’ all’antica, esiste un’applicazione per iPhone e Android chiamata Pleco, che svolge sia la funzione di dizionario che di frasario off-line, anche se per informazioni specifiche riguardo la città in cui vi trovate è spesso necessario che vi rivolgiate ancora a degli esseri umani.
Tutti gli ostelli hanno inoltre il Wi-Fi gratuito e per questo ogni ricerca può essere fatta via internet, dove si trovano le informazioni più aggiornate. In Cina però molti siti sono censurati dal governo, è quindi una buona idea sborsare cinque euro e procurarsi un servizio VPN per aggirare il blocco (ne ho parlato nel dettaglio qui). Wikitravel è rimasto tra i siti più usati, ma in molte situazioni blog di viaggiatori indipendenti mi hanno salvato da qualche fregatura che altrimenti sarebbe stata assicurata. Un blog che ho trovato utile in più occasioni è stato Sapore di Cina, un sito italiano tradotto anche in inglese che raccoglie un numero impressionante di informazioni interessanti, non solo turistiche.
Per muoversi da una punto all’altro il treno è quasi sempre la miglior opzione. Mentre per prenotare il biglietto ci sono diverse possibilità, per controllare gli orari basta cercare su Google la nostra tratta e accedere nel sito di una delle numerose agenzie on-line che mettono a disposizione le tabelle con gli orari. Un esempio è Travel China Guide. Da qui si possono segnare su carta i codici del treno e i delle stazioni e poi presentarsi alla stazione per comprare il biglietto senza pagare la commissione.
Non importa andare nel panico se non si ha tra le mani una bibbia a cui fare affidamento. Anche in un paese difficile come può essere la Cina, la guida non è una necessità di cui non si può fare a meno. COn qualche accorgimento e più semplicemente affidandosi alle persone che saranno sempre disposte ad aiutare è facile muoversi e magari anche farsi una risata nella comicità che la barriera linguistica porta in molte situazioni. Seppure quello in Cina potrebbe non diventare un viaggio spontaneo come altrove, perché dovremmo precluderci la possibilità?