In Consiglio Comunale

Da Distesa
Fin dal liceo ho sempre fatto politica. Non ho mai avuto una tessera di partito, non essendomi mai riconosciuto in contenitori troppo formali o recinti considerati ristretti e superati.
La mia generazione si è confrontata prima con la caduta del Muro di Berlino, poi con la stagione di tangentopoli e delle stragi di mafia, infine con l'ascesa inarrestabile di Berlusconi. Abbastanza per lasciarsi afferrare dall'anti-politica.
Il fatto è che poi, volenti o nolenti, nel bene o nel male, è la politica che viene a cercarti in casa, qualunque mestiere tu faccia e comunque tu la possa pensare. Quando ci sono da pagare le tasse, quando mandi i bambini all'asilo, quando compri qualcosa al supermercato, quando cerchi di differenziare i rifiuti al meglio, quando parli con qualche tuo concittadino in un bar o dal barbiere. Viviamo in una società. E per quanto tu possa criticarla, questa società che un pò abbiamo ereditato ed un pò abbiamo costruito, ci devi convivere, ti ci devi confrontare. E questo fatto, di per sé, apre lo spazio alla cittadinanza attiva.
Dopo anni di politica di movimento, di associazionismo, di appoggio a liste civiche o comitati referendari ora è giunto il momento dell'amministrazione. Una esperienza del tutto nuova che assorbirà tempo ed energie ma che, spero, saprà arricchirmi di consapevolezze e competenze.
Cosa sarà stato lo vedremo fra cinque anni.

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