A unirli, per ora, è soprattutto il nome del loro avversario: Alassane Ouattara, presidente in carica della Costa d’Avorio. Rappresentanti di vari partiti del paese hanno annunciato la nascita di una coalizione contro il capo di stato in carica, che nelle elezioni di ottobre cercherà di ottenere un nuovo mandato.
La nuova aggregazione, che ha tra i suoi esponenti di punta Mamadou Coulibaly, presidente del parlamento sotto il predecessore di Ouattatra, Laurent Gbagbo, tuttavia, non ha solo raccolto “i delusi per cui Ouattara non merita un secondo mandato”, come ha dichiarato lo stesso Coulibaly. La scelta di aderire o no all’iniziativa ha infatti provocato lacerazioni in due dei movimenti principali del paese.
Il Fronte popolare ivoriano (Fpi), già guidato da Gbagbo (oggi sotto accusa all’Aja) sembra destinato infatti a perdere a favore della nuova realtà politica alcuni oppositori interni dell’attuale leader Pascal Affi N’Guessan, ma dinamiche simili si possono osservare anche nell’odierna maggioranza di governo.
Quattro dirigenti dello storico Partito democratico della Costa d’Avorio (Pdci), la formazione che ha governato il paese dall’indipendenza al 1999, infatti contestano la decisione di non presentare candidati al primo turno delle presidenziali sostenendo da subito l’alleato Ouattara. I dissidenti, tra cui spicca l’ex primo ministro Charles Konan Banny, hanno inviato rappresentanti alla fondazione della nuova coalizione.
Obiettivo comune dei dissidenti è al momento quello di fare pressioni su Ouattara perché cambi alcuni elementi del processo elettorale – come la composizione della Commissione elettorale nazionale indipendente – visti dall’opposizione come troppo favorevoli al potere in carica. La presentazione di un candidato comune è secondo Coulibaly un altro obiettivo importante.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)