In equilibrio sopra la follia
Creato il 12 marzo 2012 da Vincitorievinti
@PAOLOCARDENA
di Paolo Cardenà-
Mentre i politicieuropei, i giornali e i media sembrano affetti dalla sindrome dell'ipocrisia collettiva e Sarkozy, addirittura, ci sta dando prova della virilità deisuoi neuroni regalandoci pillole della sua felicità per quello che eglidefinisce il "salvataggio della Grecia", a rimettere tutti coni piedini ben ancorati a terra ci ha pensato l'Istat venerdì scorso,fornendoci i dati sulla produzione industriale del mese di gennaio in Italia.
Il dato ha subito un tracollo di 5 punti percentuali rispetto allo stessoperiodo dell'anno precedente, marcando, ancor più segnatamente, l'aspracontrazione che sta subendo il settore industriale e dicendoci che l'economiasi sta avvitando e contraendo sempre di più. Questo, fa seguito ad unaserie di altri indicatori economici che mostrano, in maniera pressoché univoca,un quadro economico fortemente deteriorato, avvisandoci, senza alcunaindulgenza, che la recessione in atto sarà ben più profonda di quantoincautamente ipotizzato dalle previsioni governative. Una contrazione piùaccentuata della congiuntura economica provocherà un minorgettito fiscale e quindi, a parità di spese, dei buchi di bilancio che, almeno per il momento,sembrano destinati ad essere colmati a colpi di randellate nelle tasche degli italiani attraverso l'inasprimento fiscale, ormai al limite dellaschizzofrenia e dell'insostenibilità. Senza considerare poi l'annunciatoaumento dell'IVA al 23% per bocca del Viceministro Grilli, intervenuto pochesere fa a Ballarò. Una vera follia e soluzione, questa, potenzialmente distruttiva per i consumiche già viaggiano in uno stadio appena precedente il trapasso. Quindi, seda un lato, perseguire politiche di rigore e di austerità fiscale,favoriscono, almeno apparentemente, un immediato miglioramento degliequilibri dei conti pubblici, dall'altro, se non compensate con politiche dicrescita e sviluppo, determinano ridimensionamenti della capacità di spesadelle famiglie e delle imprese che saranno, in tal modo, inclini a guardare alfuturo con maggior prudenza e parsimonia. Quanto detto trova sostegno anche analizzando il crollo degli acquisti dei beni durevoli poichè, essendo l'acquisto di tali beni differibile in tempi migliori, ci rappresenta al meglio il clima di sfiducia dei consumatori e delle imprese. Questo è, in sintesi, il significatoche può attribuirsi ai dati forniti dall'Istat. Per il momento, al di làdella credibilità restituita all'Italia dall'autorevolezza del GovernoMonti, si è potuto gioire anche di una sensibile riduzione del costo per gliinteressi sui titoli di stato, con uno spread sui Bund tedeschi in forteripiegamento e oggi in area 300 punti. Ma questa tendenza, salvo improbabilimiracoli, non sarà destinata a durare nel tempo e aconsolidarsi poiché, prima o poi, l'effetto LTRO BCE svanirà e a quel punto i mercati riprenderanno a guardare ifondamentali economici, valutandoci per quello che siamo realmente: unanazione in forte declino! Per il momento il default dell'Italia è stato evitatoe nel frattempo, visto che del domani non c'è certezza, chi vuol esser lieto,lieto sia.
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