A Parigi , come in Italia, la satira vive tempi duri. Certo non siamo agli editti bulgari di Berlusconi, ma anche in patria di Voltaire il comico troppo critico del potere può ritrovarsi disoccupato.
Come è avvenuto a Stephane Guillon , il più corrosivo dei comici francesi, allontanato all’improvviso da France Inter , nonostante ascolti eccezionali.
La sua colpa è stata quella di aver irriso vizi e contraddizioni dei più importanti uomini politici francesi a cominciare da Sarkozy. “La prima qualità della satira politica è di far indispettire il potere. Se mi hanno messo alla porta , significa che facevo bene il mio lavoro e colpivo nel segno” commenta il comico francese , le cui battute hanno suscitato polemiche feroci.
Quando a fine giugno , Philippe Val – il direttore di France Inter , sponsorizzato da Sarkozy- gli ha fatto sapere che il suo contratto non sarebbe rinnovato ( come quello di Didier Porte, un altro comico inviso dal potere) , molti due milioni di ascoltatori che lo avevano ascoltato hanno protestato inviando migliaia di mail e organizzando una manifestazione alla sede di Radio France. Per loro il licenziamento del loro beniamino è un atto di censura compiuto apertamente da una radio di Stato.
“In realtà sono meno impegnato politicamente di quanto possa sembrare” dice l’interessato “Mi piace essere graffiante , ma non necessariamente nei confronti degli uomini politici. IN realtà, ho accentuato la dimensione impegnata dei miei testi solo da quando, nel gennaio 2008 , ho iniziato a lavorare per France Inter. Dato che intervenivo in una trasmissione d’informazione , inevitabilmente mi sono occupato di argomenti politici e sociali , spesso a partire dell’invitato del giorno”.
Nel suo umorismo dissacrante ne hanno fatto le spese tra i tanti : Sarkozy ad Aubry , da Dominique Strauss-Kahn fino all’ex ministro dell’immigrazione Besson.”La personalità di Sarkozy e le ultime scandalose derive del potere mi hanno evidentemente incoraggiato in questa direzione” aggiunge Guillon.
Al direttore di France Inter che gli rimprovera di avere avuto comportamenti indegni e diffamanti , gli ricorda di avere sempre evitato l’insulto gratuito e gli attacchi alla privacy , utilizzando nei suoi testi solo fatti di dominio pubblico.
“Non credo di essermi spinto troppo in là nella provocazione , in fondo ho solo ingigantito certi comportamenti e certe dichiarazioni dei nostri politici attraverso la lente dell’ironia. In realtà , sono stato licenziato solo perché Sarkozy non sopportava più la mia satira. E’ la prima volta che la censura si manifesta così apertamente in una radio pubblica”.
Il licenziamento gli è stato consegnato da Philippe Val , che un tempo era un artista irriverente , sempre schierato della libertà d’espressione , specie negli anni in cui ha diretto il giornale satirico Charlie Hebdo.
Guillon pensa che tra Berlusconi e Sarkozy le somiglianze non mancano “Condividono il complesso della statura , il gusto dell’esibizione vistosa della ricchezza , il disprezzo della cultura , l’ossessione del controllo dei media , per non parlare dell’arte della gaffe più o meno involontaria e della frase ad effetto che sfrutta la volgarità . Non è un caso che i due – mi dicono s’intedono bene”.
Ultimamente più l’impertinenza dell’umorista è stata osteggiata più la sua notorietà è cresciuta. Le minacce lo hanno trasformato in un paladino della libertà d’espressione. E’ così che il suo ultimo libro ha venduto oltre 100.000 copie , mentre il divertente monologo teatrale (Libertà vigilata) è stato visto da 45000 persone.
Per oltre quattro mesi , i seicento posti del Theatre Dejazet sono andati esauriti , lasciando ogni sera fuori alcune persone. “Sapevo che Sarkozy non mi sopportava più . Lo aveva detto apertamente ritornando da un viaggio a Roma , dove non a caso aveva incontrato Berlusconi . Si diceva che avesse chiesto la mia testa , di conseguenza mi sentivo in libertà vigilata”.
Lo spettacolo da settembre continuerà a girare la Francia. “Proprio perché hanno cercato di condannarmi al silenzio, porterò la mia satira dappertutto. C’è una battaglia da combattere e cercherò di farlo il meglio possibile, stando in prima linea almeno fino alle prossime elezioni presidenziali , nel maggio del 2012. Una data per cui ho già prenotato il teatro dell’Olympia” dice.
L’umorista dice però che cercherà di non restare prigioniero del proprio ruolo, dato che un comico non deve mai sentirsi investito d’una missione troppo importante. Finisce il suo discorso con la convinzione di non farsi mai lasciar intimidire “Più aumentano i divieti , più diventa importante trasgredire. In questa fase non penso assolutamente di tirarmi indietro. Voglio sparare tutte le mie cartucce”.