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In fuga

Da Stefano @bersatweet
In fuga

Una nazione in fuga. Così viene definita l'Italia su CapX, magazine inglese di stampo liberale (l'articolo completo Italy: a nation on the run lo leggete qui). Si parte da un concetto: "uno degli obiettivi dell'Europa è la libera circolazione di capitale umano". Obiettivo che condivido da sempre ed esplicitato nella rubrica Si viene e si va, sebbene in quest'ultima io proponga storie di expats a livello planetario. Tuttavia Beppe Severgnini, nello stesso articolo, sottolinea che ci sia uno sbilanciamento tra chi lascia l'Italia e chi arriva, con un'evidente perdita di skilled labour (lavoro qualificato, specializzato) da parte del BelPaese. Le cause di questo esodo? "Disefficienza istituzionale, corruzione, mancanza di trasparenza nei processi di selezione e assunzione, mancanza di meritocrazia e nepotismo".

Leggendo l'intero articolo, ammetto di aver dovuto affrontare un crescendo nel senso di fastidio, non per il fatto che qualcuno critichi il nostro paese, ma perché è tutto maledettamente vero. La meritocrazia, in Italia, è bandita: in uno studio riportato da Lavoce.info, si è tentato di costruire un indicatore che raccolga una serie di parametri, i quali, pesati dovutamente, arrivano a definire il meritometro ( qui trovate l'articolo completo). Neanche a dirlo, l'Italia è all'ultimo posto. Tra i parametri identificati, tre sono quelli che contribuiscono negativamente sulla nostra performance e che risultano anche nell'articolo di CapX: la trasparenza o percezione della corruzione; l'attrattività dei talenti; le regole.

Come possiamo pensare che dall'estero vengano a lavorare, a studiare o addirittura ad investire da noi, considerando che le regole, se ci sono, non vengono rispettate; che si passa sempre dietro il figlio o il nipote di qualche barone o potente; che i concorsi pubblici sono truccati e le gare di appalto sono finte; che discutiamo per anni di leggi che spesso sono così complesse da interpretare, che portano poi per forza di cose al non rispetto delle stesse (è il caso della legge sui cookies che in queste settimane sta infiammando il web). Come può uno Stato considerare di avere ancora una dignità quando due giorni prima delle elezioni dovrebbe diffondere una lista di impresentabili? Come si possono chiedere sacrifici ai pensionati italiani quando questa mattina, su Radio24, un ex-parlamentare sosteneva a gran voce che l'aver versato contributi per centomila euro ed avere ottenuto un vitalizio di oltre un milione di euro è un diritto acquisito e quindi non si può toccare? Oppure Gerardo Bianco, il quale sostiene che il suo vitalizio da 3500 euro non deve essere ridotto neanche di un euro, diversamente deve rivolgersi alla mensa comunitaria di Sant'Eustachio?

Se tutti questi abomini fossero cancellati, potremmo migliorare la vita dei pensionati che ricevono 400 euro al mese, oppure di quei giovani che vengono pagati una miseria ( qui un interessante articolo che non ha bisogno di commenti). Ecco che appare chiaro il motivo per cui molti, troppi nostri connazionali se ne vanno. E voglio chiudere con una poesia a tratti divertente, a tratti malinconica, di Ceskoz, un ragazzo romano che vive a Bruxelles ( qui la poesia completa): rivolgendosi alla sua Roma, le dice "la vita da migrante è bella dura, ma adesso sei solo casa di villeggiatura".


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