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IN GIRO PER BOLOGNA: Le Sette Chiese

Creato il 05 febbraio 2014 da Signoradeifiltriblog @signoradeifiltr
IN GIRO PER BOLOGNA: Le Sette Chiese

Il complesso di Santo Stefano , detto “le sette chiese” ,è uno dei luoghi più antichi di Bologna, porta questo nome perché inizialmente era composto da sette chiese che col tempo sono state distrutte e non ricostruite, oggi se ne conservano quattro . Ancora più antico è l’appellativo “Santo Stefano detto Gerusalemme”, la Sancta Hierusalem bolognese, e con tale dicitura la troviamo negli atti notarili della città, fin da quelli antecedenti l’anno Mille. Pare che in antichità nel luogo dove sorgono le chiese vi fosse un tempio dedicato a Iside. Si narra che nel 1299 scavando nella piazza antistante le sette chiese sia stata ritrovata una lapide di epoca romana con un’iscrizione che celebra il gesto del liberto Aniceto che innalzò un altare a Iside. La lapide è ancora visibile all’esterno di uno degli edifici, ma c’è anche chi sostiene sia stato portata lì in un secondo tempo e non ritrovata in sede. Il complesso Santo stefano è situato nella piazza che dà vita alla omonima via ed è senza dubbio una delle costruzioni religiose più affascinanti della città. Fu Petronio , vescovo di Bologna tra il 431 e il 450 e odierno patrono della città , a disporne la costruzione dopo un viaggio in Terra Santa, quando volle costruire ,la basilica del Sepolcro a immagine del santo Sepolcro di Gerusalemme. Fino al XIV secolo rimase Santo Stefano la chiesa di Bologna che custodiva il culto del vescovo Petronio, che rimase sempre caro alla città e ai suoi cittadini. La questione cambiò quando nel 1388 il Comune decise di costruire una nuova basilica dedicata esclusivamente a San Petronio, affacciata sulla piazza principale della città, piazza Maggiore, dove la vediamo tuttora e dove oggi giacciono le sue reliquie. Ancora oggi camminando all’interno delle chiese , si arriva nel cortile di Pilato , rappresentazione di dove fu condannato Gesù, e al centro c’è il grande catino, che vuole essere la copia esatta di quello in cui il prefetto romano “si lavò le mani”, ora posto al centro del giardino interno, inizialmente era destinato a raccogliere le offerte dei fedeli per le celebrazioni liturgiche. Sul muro antistante la basilica è affissa una pietra che racconta una leggenda. Chiunque pronunci una menzogna davanti a essa verrà scoperto perché la pietra cambia di colore , spesso gli innamorati vi sostano davanti e si scambiano promesse scrutando eventuali mutazioni della pietra. Visitando il complesso si incontra ancora la basilica sei santi Vitale e Agricola con resti di pavimento a mosaico romano. L’altare stesso è un’ara pagana rivoltata e addossata alla parete, quindi la chiesa della Trinità, incompiuta, che fu adibita a battistero , e dove fino al 1950 era custodito un frammento della croce di Cristo. Di notevole interesse la cappella dell’adorazione dei Magi che contiene il presepe più antico al mondo con statue lignee a grandezza naturale risalenti al 1200. Oggi l’unica chiesa in cui si può ancora ascoltare la messa è quella del Crocifisso chiamata anche di San Giovanni Battista, al tempo della dominazione longobarda era considerata la loro cattedrale. Vi sono custoditi affreschi e statue di notevole valore artistico e vi sono diverse colonne di varia fattura, una di queste, si distingue dalle altre , perché completamente di marmo nero, è chiamata “la colonna della flagellazione” e identificherebbe l’esatta altezza di Gesù , circa un metro e settanta. Un’altra curiosità, siamo nella seconda metà dell’ottocento Joseph Renan scrittore francese, storico delle religioni, di passaggio a Bologna volle visitare la città e trovatosi presso “le sette chiese” di fronte alla colonna di cui sopra, si mostrò incredulo riguardo all’altezza di Cristo. Allora Enrico Panzacchi , bolognese, suo accompagnatore nella visita, lo apostrofò dicendo “Non potete crederci perché era più alto di voi!?” Ultima notizia che risale ai tempi nostri chi volesse incontrare l’onorevole Prodi, potrà farlo facilmente proprio nel piazzale di Santo Stefano perché spesso la domenica è presso questa chiesa che va ad assistere alla messa.


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