Bologna è nota in tutto il mondo per le sue torri. Se ne contano ancora oggi ventisei sparse per il centro storico, erano parecchie di più, ma molte sono andate distrutte nel corso dei secoli. Non è ben chiaro il motivo per cui ci sia stata una così ampia costruzione di torri, se ne ritrova l’origine quando le famiglie per dispute di prestigio avevano dato luogo a questa “gara” di insolite costruzioni, ma anche per motivi di difesa, essendo delle vere e proprie fortificazioni. Non si conosce il numero esatto delle torri presenti nelle varie epoche ma si stima che fossero tra le ottanta e le cento. L’ultima a essere eretta nel1257, fu torre Galluzzi, anno in cui a Bologna veniva abolita la schiavitù, con seicento anni di anticipo sul resto del mondo. Torre Galluzzi si trova all’interno di un complesso di edifici, vicino piazza Maggiore e non è ben visibile dall’esterno, mai bolognesi sanno bene dov’è e conoscono la macabra storia che la contraddistingue. Anche Bologna ha avuto la sua tragedia shakespeariana: l’amore proibito di Virginia e Alberto. La loro storia non è una leggenda, ma pura realtà, nel 1200 circa, i conti Galluzzi erano una famiglia tra le più potenti in città, di fazione guelfa e fedelissimi al Papa. I Carbonesi, invece, erano una famiglia altrettanto potente, ma della fazione opposta, ghibellini e fedeli all’imperatore. La figlia dei conti Galluzzi, Virginia, era una bellissima ragazza e si innamorò di Alberto Carbonesi .Il loro amore, ovviamente contrastato, trovò in alcuni amici confidenti i complici per riuscire a incontrarsi di nascosto e in seguito a sposarsi in gran segreto. Non bastò il matrimonio a tacitare l’ira del padre di Virginia che, saputolo, uccise Alberto a sangue freddo e dopo di lui tutti i suoi familiari. La fine della triste storia presenta due versioni, una in cui i fratelli di Virginia, dopo aver assassinato anche lei, inscenano un suicidio, e un’altra in cui è lei che, saputo della morte di Alberto, impazzisce di dolore si impicca al balcone di palazzo Carbonesi.
Le torri più famose comunque restano le due che sono l’emblema della città: Garisenda e Asinelli. I nomi deriverebbero dalle famiglie che le hanno erette intorno al 1100, ma in realtà anche sull’origine delle famose “due torri” ci sono molti dubbi. Leggenda vuole che la torre Asinelli, quella più alta, debba invece il suo nome a un giovane che andava con un carro trainato da alcuni somarelli a caricare ghiaia nel fiume Reno. Il ragazzo si innamorò perdutamente di una fanciulla che vedeva durante il tragitto, figlia di un nobile che ovviamente rifiutò la sua mano a un nullatenente, liquidandolo con la frase ”Avrai mia figlia soltanto se costruirai la torre più alta della città”. Fu così che il ragazzo innamorato e fortunato, dopo aver trovato, scavando ghiaia del fiume, un sacchetto di monete d’oro, fece erigere la torre che ancora oggi svetta nel cuore di Bologna e finalmente poté sposare la sua amata. La torre è situata all’incrocio di due delle strade principali della città, è alta novantasette metri, il suo aspetto caratteristico è leggermente pendente, ma ci si può ancora salire fino in cima, percorrendo 498 gradini e, una volta sopra, si gode il panorama più bello della città. Si vedono i tetti delle case che rendono famosa Bologna proprio per il loro colore rosso acceso, si vedono i portici che salgono fino a San Luca e, in un giorno sereno di sole lo sguardo si stende per tutta la pianura fino all’ Adriatico. Proprio a fianco alla torre degli Asinelli, sorge la Garisenda, più pendente e spezzata. Guardandola, se viene avvolta da una nuvola dalla parte pendente, la torre per uno strano fenomeno ottico sembra inchinarsi. Tale particolare viene ricordato anche da Dante nella Divina Commedia nel XXXI canto dell’Inferno: “Qual pare a riguardar la Garisenda sotto ‘l chinato, quando un nuvol vada sovr’essa sì, che ella incontro penda…” La torre Garisenda è rimasta ben salda al terreno fino ad oggi nonostante la forte pendenza, non può essere visitata come la vicina Asinelli, ma certamente insieme alla “sorella” è uno degli edifici che rendono unica Bologna.