Flaviano Testa ha scattato per noi alcune fotografie a Civitacampomarano, un piccolo centro in provincia di Campobasso. Come sempre nelle sue passeggiate fra i paesi molisani riesce a raccogliere scatti che immortalano luoghi e tempo. Il bianco e nero scelto per le immagini valorizza gli scorci panoramici immutati nei secoli e rende vivi i luoghi come se potessimo respirare gli odori e cogliere i rumori dei vicoli e dei muri segnati dal tempo.
Civitacampomarano è piccolo e antichissimo, oggi pensate non conta 600 abitanti. Il territorio comunale si estende con altezze che variano dai 930 metri di Monte Andrea ai 300 del vallone Grande. E' situato nella regione che fu dei Sanniti, antica e fiera popolazione italica dei primi secoli avanti Cristo.
Circondato da una natura incontaminata, dalla sommità dei suoi rilievi è possibile godere la vista di un panorama unico. A Nord-Est spicca la Maiella al confine con l' Abruzzo, a Est si scorgono le Isole Tremiti emergenti dal Mare Adriatico, a Sud le colline degradano verso i fiumi Biferno e Fortore, mentre a Ovest si innalza il Matese. Il territorio è ricco di boschi di cerro, roverella, carpino, orniello, aceri, noccioli e piante officinali che, per gli appassionati di passeggiate ed escursioni, rappresentano una vera oasi di pace. Il sottobosco offre incantevoli delizie quali tartufi, funghi e fragoline. Dall’alto i numerosi rapaci presenti (Il Falco Pecchiaiolo, il Nibbio Reale, il Falco di Palude) con i loro voli maestosi, sembrano essere gli unici custodi dei luoghi.
Il curioso nome di questo paese pare derivi da un’antica cittadella sannitica preesistente: la mitica “Maronea”, distrutta dai Romani forse nel corso della guerra civile dell’83 a.C., allorchè i Sanniti si schierarono a fianco di Mario (Campusmarianus) e subirono la feroce repressione del vincitore Silla.
Nella parte più alta dell'abitato si erge superba la mole del castello, uno dei più importanti e meglio conservati del Molise, probabilmente costruito intorno al XIV secolo d.C., sotto la dominazione angioina (Carlo I d’Angiò), su un masso di arenaria che si erge prorompente tra i torrenti Mordale e Vallone Grande. La fortezza, che un tempo sorgeva isolata nei suoi fossati nella parte alta del centro abitato e a cui non si poteva accedere quando era chiusa la porta di cinta, oggi si trova al centro del paese e si può visitare anche all'interno.
Tra i tanti vicoli del borgo antico, è facile scorgere preziose testimonianze architettoniche del passato, tra esse la Casa del Mercante, ormai parzialmente crollata. La costruzione, risale al XVIII secolo, come indica la data 1732 incisa su di una pietra a forma di cuore murata sulla facciata.
Questo piccolo centro è sicuramente un delizioso e per lo più sconosciuto angolo del territorio molisano ricco di storia, tradizioni, cultura che ha dato i natali a personaggi illustri.
Vincenzo Cuoco: Storico, giurista, economista, saggista e politico, nacque a Civitacampomarano nel 1770. Nell’opera “Rapporto e progetto di decreto della pubblica istruzione”, Cuoco sosteneva il principio dell’istruzione elementare gratuita e obbligatoria anche per le donne. Oggi la sua casa ristrutturata, proprietà del Comune, aperta alle visite, funge anche da centro di ricerca per Fondazioni, Enti, Università.
Gabriele Pepe: Personalità di spicco dell’ala più liberale e illuminata della borghesia molisana, contribuì a creare quel filone storico filosofico del riformismo meridionale. Si arruolò giovanissimo come alfiere di cavalleria nel reggimento napoletano, abbracciò la causa repubblicana dei moti rivoluzionari parteneopei del 1799. Con la restaurazione borbonica, subì l’arresto e il successivo esilio. A Firenze si legò al gruppo “Antologia” e si distinse per le sue doti letterarie e poetiche. Fu membro del Circolo Viesseux e dell’Accademia dei Georgofili. Promulgò le idee e la filosofia vichiana negli ambienti fiorentini frequentati tra gli altri da Leopardi, Manzoni, Foscolo.
Oggi il Borgo di Civitacampomarano conserva i caratteristici vicoli che attraversano il centro storico, un tempo luogo di scambi commerciali e di botteghe artigiane. È difficile oramai “assaporare” la fragranza dei cibi genuini che costituivano le specialità del posto. Si possono ancora trovare cucinati secondo l'antica tradizione salumi, biscotti, ma difficilmente avrete il piacere di assaggiare le specialità che solo qualche vecchietta ospitale potrebbe cucinare per voi come “fasciuol cuott ca pgnat” (fagioli cotti con la pignata di creta posta sui carboni del focolare), “queccett chi patan” (testina di agnello con le patate, cotti alla coppa) , “pizz e foglie”, una pizza di granturco e olio, cotta nel focolare , “i maccarun ca miglic”, cioè spaghetti conditi con mollica di pane abbrustolito, olio di oliva, “acqua sala fredd”, pane duro fatto a pezzettini, bagnato in acqua e condito con olio di oliva, origano, aglio e pomodoro fresco a pezzi. Sarete fortunati se capiterete a Civitacampomarano il 13 agosto di ogni anno quando durante “la sagra dei cavatelli “ viene distribuito ai visitatori il piatto considerato re della cucina molisana “cavatiell cu suc”, fatti in casa con farina e uova e conditi con un sugo misto di carni di maiale, agnello, vitello.
Magazine Arte
In giro per il Molise con Flaviano Testa
Creato il 27 febbraio 2015 da Signoradeifiltriblog @signoradeifiltrPotrebbero interessarti anche :
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