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Difficile non aver mai sentito una frase del genere. Troppe volte pronunciata da nostri connazionali. Spesso un buon motivo per non considerare un trasferimento oltremanica.Ovvio. Parliamo di alimentazione e siamo in Gran Bretagna. Una dieta non particolarmente equilibrata, unita ad abitudini alimentari spesso malsane hanno contribuito a creare un’immagine fortemente negativa del rapporto che gli abitanti del luogo hanno con il cibo. E’ tutto questo ingiustificato? Affatto.Esiste infatti tuttora una consistente fetta di popolazione che non cucina, che abusa di alcool e tabacco, che assume zuccheri e grassi in eccesso. Bevande alcoliche e non dai colori psichedelici esistono eccome. Abbinamenti gastronomici estrosi e coraggiosi anche. Ma non esiste solo quello. Negli ultimi anni la cucina britannica ha comunque saputo rinnovarsi e crearsi una propria identita’.Nei supermercati britannici e’ ora possibile trovare di tutto. Magari senza dimenticare che si tratta di un’isola, con un clima poco propenso alla coltivazione di alcune colture. Frutta e verdura sono spesso importate, soprattutto nei mesi invernali. Ma capita spesso la stessa cosa in Italia. Seguendo la stagionalita’ delle colture e’ pero’ possibile apprezzare i prodotti biologici locali e minimizzare l’acquisto di quelli importati. I prezzi sono spesso competitivi, paragonabili per la maggior parte dei prodotti a quelli che si possono trovare nei supermercati italiani.Vivere in UK non significa inscriversi ad un corso di sopravvivenza. Supermercati quali Tesco, Asda, Morrissons e Sainsbury’s sono assolutamente paragonabili a quelli che si trovano in Italia. Waitrose, The WholeFoods Market e M&S anche migliori rispetto a quelli presenti in quello che i suoi abitanti chiamano Belpaese. E senza dimenticare i rivenditori locali, che spesso offrono prodotti di qualita’, biologici, permettendo all’industria alimentare nostrana di sopravvivere.A Londra si mangia male? A 16 anni quasi ci credevo. Ora non piu’. Sono infatti poche le citta’ al mondo che possono vantare un’offerta gastronomica del genere. Sebbene in misura diversa, citta’ come Edimburgo, Glasgow, Manchester, Birmingham offrono comunque un’ampia scelta di ristoranti. A prezzi decenti, nei quali spesso lavorano persone abituate a sorridere al cliente.Non e’ di conseguenza necessario organizzarsi con la scorta di scatolette di tonno prima di trasferirsi da queste parti. Probabilmente nemmeno svolazzare per l’Europa con pacchi di pasta Barilla nel trolley.
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